Secondo il calendario dei summit europei, la trattativa per spingere l’Eurozona a un’interpretazione «in nome della crescita» dei Trattati doveva chiudersi soltanto in dicembre, dopo la “tappa di avvicinamento” rappresentata dal Consiglio europeo del 23 ottobre. «Troppo tardi, la crisi e la disoccupazione non aspettano», secondo il premier italiano.
Così Renzi, dopo un giro di telefonate con Jean-Claude Juncker, Herman Van Rompuy, Francois Hollande, David Cameron, ha deciso di dare un colpo all’acceleratore. E sfruttando il ruolo di presidente di turno dell’Unione ha convocato per il 6 ottobre un vertice straordinario dedicato alla crescita. «La situazione europea è veramente preoccupante e bisogna agire. Oggi esiste un problema-Europa, la stagnazione richiede una risposta forte e coraggiosa», ha spiegato in conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.
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