Speranza attacca Renzi: ha spaccato il Pd

Speranza attacca Renzi: ha spaccato il Pd
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Domenica 26 Febbraio 2017, 12:14 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 10:59

«Più che un viaggio, quello di Renzi mi sembra una fuga, una fuga dalle responsabilità. Il Pd è imploso e lui ha deciso di infischiarsene. Poi anche la scelta della California non si capisce. Oggi in California ci sono poche aziende finanziarie che portano il lavoro fuori dagli Stati Uniti. Anche qui occorre riflettere: non possiamo imitare modelli che non hanno funzionato». Lo ha detto Roberto Speranza, uno dei fondatori del nuovo movimento Democratici e  rogressisti (Dp) nato dalla scissione del Pd, intervistato da Maria Latella su SkyTg24. Critiche anche alle proposte sul lavoro esposte oggi da Renzi in un'intervista al Messaggero: «Il problema - ha detto Speranza - sono i 1000 giorni del suo governo. Renzi ha voluto raccontare un'Italia fuori dalla crisi mentre non era così. Se continui a dire che il lavoro c'è e poi 4 giovani su 10 sono senza lavoro, quei ragazzi ti seguiranno o percepiranno che sei più lontano. La comunicazione conta ma la realtà conta di più».

«Il Pd, il partito che ha guidato - sottolinea Speranza - sostanzialmente è imploso in questi giorni e lui ha deciso di infischiarsene». Quanto alla California, «oggi il quadro è cambiato, poche aziende grandissime, prevalentemente finanziarie, che portano lavoro fuori dagli Stati Uniti; una disoccupazione molto forte; diseguaglianze crescenti. Credo che anche su questo dovremmo riflettere, non è che il centrosinistra italiano va a imitare modelli di lettura della globalizzazione che non hanno funzionato».

«Ci ho creduto sino in fondo che si evitasse la rottura. Invece lui, Renzi, l'ha cercata e passerà alla storia come colui che ha spaccato il Pd», osserva ancora uno dei fondatori di Democratici e Progressisti. Speranza non si sbilancia su chi potrebbe arrivare a presiedere i nuovi gruppi parlamentari di Camera e Senato: «Lo decideranno i gruppi che si riuniranno martedì - spiega - il problema oggi non è trovare i capigruppo, ma tornare a parlare agli elettori per dirgli che c'è una possibilità di riaprire il dialogo sui temi della sinistra».

«Il campo del centrosinistra potrebbe essere più forte. Ci sono molti elettori che ora non sono più disponibili a votare un Pd a trazione renziana. Molti non hanno capito il suo atteggiamento, oltre che sul lavoro e la scuola, anche sul referendum delle trivelle. Molti non si fidano più del Pd di Renzi. Serve una forza che segni la discontinuità con lui per limitare l'avanzata dei populismi», continua spiegando le ragioni della nascita del nuovo movimento a sinistra del Pd.

«Assolutamente no. Il familismo è stato un errore di questa stagione. Lasciamo ad altri questo modo di fare», dice poi uno dei leader di Dp rispondendo alla domanda se il nuovo partito dei Democratici e Progressisti candiderà nelle proprie liste i parenti dei propri dirigenti.

Sulla possibilità che Dp riesca a parlare a un gran numero di elettori del centro sinistra Speranza non ha dubbi e cita a questo proposito anche un sondaggio del Corriere della Sera che dava la nuova forza oltre il 9%. «Ma il punto sono le fratture che si sono consumate in questi anni. Una parte dell'elettorato si sente orfano. Gli insegnanti, ad esempio - ricorda - hanno fatto il più grande sciopero della storia della Repubblica» contro la legge del governo Renzi. «E un grande soggetto plurale del centrosinistra che recuperi i valori di quel mondo - prosegue - non c'entra con la cosa rossa. Noi vogliamo ripartire dalla Costituzione. A cominciare dall' articolo 1, quello sul lavoro».

«A me non interessa il gioco delle figurine a cui si ridurrà il congresso del Pd. A me interessa
dare risposte alla gente e recuperare l'elettorato che ci ha abbandonato», continua Speranza. «Io ho deciso di non candidarmi al congresso del Pd - aggiunge - perché si tratterà solo di cercare un plebiscito per
il capo, dopo quello del referendum che ha perso. Si tenterà solo di rilegittimare Renzi che probabilmente lo rivincerà». «Il Congresso - prosegue - non nasce nel modo migliore. Noi lo avevamo chiesto per cambiare e discutere una linea politica. Alla fine è stato ridotto solo al tentativo di rilegittimare il capo».

«Gentiloni deve avere paura di Renzi», che ha «un atteggiamento ambiguo e non del tutto chiaro sul sostegno a
questo governo, non di Speranza», che «non farà mancare il suo sostegno al governo Gentiloni», afferma ancora Speranza. Il premier «sia più attenta a quello che avviene nel Partito democratico».

«Occorre dare un segnale di sobrietà, non si può immaginare che dalla Rai, che è un'azienda pubblica, non arrivi un messaggio netto di sobrietà. In questi anni la politica ha perso credibilità davanti ai cittadini perché non ha saputo dare un segnale di sobrietà, un valore che dobbiamo riscoprire», sottolinea ancora Speranza, a proposito del tetto di 240mila euro per gli stipendi Rai. 

«Ben vengano tutte le inchieste che possono fare chiarezza sulle vicende italiane. La politica non deve avere paura», aggiunge infine l'ex epsonente del Pd in riferimento in particolare alle ultime indagine sulla Consip.

 

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