Renzi: ora Fassina spieghi alla direzione, non si danno dimissioni per una battuta. Il viceministro: visione padronale del Pd

Renzi e Fassina
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Domenica 5 Gennaio 2014, 13:04 - Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 12:59
Se il Vice Ministro all'Economia - in questi tempi di crisi - si dimette per una battuta, mi dispiace per lui. Se si dimette per motivi politici, grande rispetto: lo ha scritto oggi Matteo Renzi su Facebook riferendosi alla dimissioni di Fassina.



Renzi: Fassina spiegherà in direzione le sue dimissioni. I motivi delle dimissioni da vice ministro dell'Economia rassegnate da Stefano Fassina, scrive Renzi, «ce li spiegherà lui nel dettaglio alla direzione Pd già convocata per il prossimo 16 gennaio raccontandoci cosa pensa del governo, cosa pensa di aver fatto, dove pensa di aver fallito. Lo ascolteremo tutti insieme con grande attenzione, così fa un partito serio».



Fassina: non mi rassegno a un Pd padronale. Ieri Renzi, dopo la segreteria del Pd a Firenze, in conferenza stampa aveva interrotto la domanda di un giornalista che gli stava chiedendo: «So che è allergico al termine rimpasto, ma Fassina...». Renzi lo ha guardato sorridendo ribattendo «Chi?». Subito dopo le dimissioni di Fassina. «Le parole del segretario Renzi su di me - ha detto il viceministro - confermano la valutazione politica che ho proposto in questi giorni: la delegazione del Pd al governo va resa coerente con il risultato congressuale. Non c'è nulla di personale. È questione politica. È un dovere lasciare per chi, come me, ha sostenuto un'altra posizione». In serata, intervistato da Lucia Annunziata per l'Huffington Post, Fassina aveva ribadito: «Ho solo preso atto, non mi rassegno a un Pd padronale».



Renzi: «Mai chiesto il rimpasto, continuo a non chiederlo». «A differenza di quello che avrebbe fatto la politica tradizionale - scrive il leader Pd - il primo mio gesto non è stato chiedere il rimpasto, come Fassina mi ha chiesto su tutti i giornali. Continuo a non chiederlo. La preoccupazione del Pd sono gli italiani che non hanno un posto di lavoro, non i politici che si preoccupano di quale poltrona possa cambiare. Sono i problemi dell'Italia che interessano al mio Pd, non i problemi autoreferenziali del gruppo dirigente».



«Non campio i toni, scherzo e sorrido». «Io non cambierò il tono dei miei incontri con la stampa - scrive Renzi - Mai. Non diventerò mai un grigio burocrate che non può scherzare, non può sorridere, non può fare una battuta. La vita è una cosa troppo bella per non essere presa con leggerezza. Starò sempre in mezzo alla gente, continuerò a fare battute e a riceverle, ma mettendo al centro il patto con gli elettori, non gli equilibri dei dirigenti».



«Il Pd detta l'agenda, de lo hanno chiesto in tre milioni». «Meno di un mese fa tre milioni di italiani hanno chiesto al Pd coraggio, decisione, scelte forti - scrive il segretario del Pd - Hanno chiesto di cambiare verso. Stiamo cercando di rispondere a questa richiesta così forte dettando l'agenda alla politica».



«No a congresso permanente». «Il Pd ha il compito di cambiare l'Italia, non di vivere un congresso permanente. E noi ci proviamo, con il sorriso sulle labbra ma anche con la determinazione di chi sa che dobbiamo cambiare verso davvero. Buona domenica a tutti!».



«Più occupazione o si va tutti a casa». «I temi dell'agenda politica dettati dal Pd - scrive Renzi - sono: legge elettorale, riforme costituzionali, interventi per il lavoro, perché se non cresce l'occupazione andiamo tutti a casa, grandi iniziative su Europa e Scuola, tagli di un miliardo ai costi della politica. Lo facciamo perchè ce l'hanno chiesto i cittadini, lo dobbiamo a loro».
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