M5S, caos parlamentarie: non rispettato il criterio della residenza

Posizioni in lista ancora ballerine
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Sabato 27 Gennaio 2018, 14:15 - Ultimo aggiornamento: 17:57

Il patto per blindare i parlamentari uscenti del M5S sta reggendo. I 14 candidati eliminati sono tutti illustri sconosciuti, non ci sono vip. Ed è delusione nella base pentastellata che comincia  ad accorgersi dell'esistenza di una nomenklatura rigida, i parlamentari uscenti appunto, che ha corsie preferenziali rispetto ai semplici attivisti che «hanno dato la propria disponibilità a candidarsi». Come si riflette il caos parlamentarie sui territori? Con il vuoto cosmico già sperimentato alle ultime amministrative dove non si trovavano persone disposte a candidarsi come sindaci o come consiglieri comunali. Stavano tutti aspettando l'appuntamento con le politiche. E infatti si faticano a trovare militanti per i banchetti elettorali o per fare i rappresentanti di lista. Chi ha sempre svolto queste mansioni si era candidato a fare il parlamentare e nel momento in cui è stato escluso senza motivi, il fuoco sacro della partecipazione è venuto meno.

Ma troppe cose non tornano nelle parlamentarie del M5S. Il criterio della residenza non è stato rispettato seppure introdotto con una precisa modifica al regolamento il 13 gennaio scorso: «Le liste dei candidati provvisorie nei Collegi metropolitani sono formate secondo il requisito della residenza all’interno del collegio plurinominale». 

La residenza è regola aurea per il M5S che considera prioritario il legame con il territorio: «Non ti candidi a Bolzano se sei di Napoli». E Luigi Di Maio tra i mille impegni di questi giorni sta cercando di correggere il tiro dei vari errori emersi nelle ultime ore e a Cavriago oggi ha detto: «Una cosa fondamentale è che nelle nostre liste si candidano persone residenti dove si presentano. Non avremo casi come la Boschi a Bolzano o Padoan che lo mandano a Siena e chissà quanti altri paracadutati in giro per l'Italia». Di Maio ha ribadito che la presentazione delle liste sarà lunedì a Roma. «Ci saranno tante sorprese - ha detto - e tante persone che vengono dal mondo dei professionisti dell'università e della ricerca e saranno l'altra sorpresa di questa campagna elettorale».

Regole ad personam? Perché in Liguria chi non è di Genova si ritrova candidato a Genova? (In Liguria c'erano ben tre deputati uscenti di Savona). Perché Elio Lannutti residente in Umbria si ritrova paracadutato nel Lazio? Nel regolamento modificato il 13 gennaio può al massimo candidarsi nel collegio uninominale e non nel plurinominale poiché solo i candidati negli uninominali possono derogare alla residenza che comunque è il primo criterio riconosciuto oltre a quello «del domicilio personale o professionale e/o del centro principale degli interessi vitali». Perché Paola Carinelli non è nel suo collegio di residenza insieme a Manlio Di Stefano? Di Stefano ha ammesso l'errore: «So che ci sono stati problemi con le residenze», riferendosi a una candidata scomparsa dalla lista del suo collegio. É la magia dei collegi metropolitani, una tipologia di collegio inventata appositamente su Rousseau (non esiste nella legge elettorale del Rosatellum) solo per far votare online i candidati su Roma, Genova e Milano e poterli così eventualmente spacchettare a proprio piacimento in posizioni sicure. E infatti quel collegio metropolitano sarebbe risultato utilissimo in zone come l'Abruzzo dove tre parlamentari uscenti sono andati allo scontro diretto e sono finiti in posizioni pessime ai fini della rielezione.
Ecco, perché il collegio metropolitano non è stato applicato a L'Aquila? Perché non Bari e Torino, allora? Mistero. Perché Fabiana Dadone è stata piazzata nel collegio di Torino e non nell'area Cuneo-Alessandria? É stata lei stessa a raccontare l'errore:  «Io risultavo capolista nel torinese, ora lo sono a Cuneo, come è giusto sia». Ma intanto lo scambio di collegio ha falsato i risultati provocando spostamenti a catena e a rimetterci sono stati gli attivisti sconosciuti, mai i parlamentari uscenti. «Se sono stati fatti errori nelle parlamentarie, recupereremo», aveva assicurato Beppe Grillo venerdì scorso, al Viminale per depositare il nuovo simbolo dei 5 Stelle.

Gli avvocati del M5S sono già al lavoro per parare il colpo delle diffide extragiudiziali che stanno partendo. Il comitato #Annullatetutto, circa 500 persone, chiede che vengano pubblicati i motivi delle esclusioni. Nel regolamento c'erano regole molto precise che ora sono annacquate e ricondotte all'unico comma davvero importante per chi ha scritto quelle regole. Il candidato infatti accetta il «parere vincolante espresso dal capo politico e dal garante» che hanno l'ultima voce in capitolo su tutto. Ma allora perché cliccare su Rousseau? A distanza di una settimana non sono stati ancora pubblicati i risultati numerici delle parlamentarie. Indiscrezioni sempre più insistenti dicono che saranno pubblicate solo le percentuali e non i valori assoluti in modo che nessuno potrà risalire alla quota esatta di preferenze presa e quindi ricostruire la genesi della posizione in lista che doveva tassativamente combinare residenza e voti presi. Il comitato chiede l’accesso a questi dati e agli atti dell’Associazione politica M5s. Inoltre si chiede di annullare le parlamentarie per «violazione di norme interne e del codice civile». 

 

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