M5S, la normalizzazione di Di Maio: dalla riabilitazione degli 80 euro all'elogio del piano Cottarelli

Il candidato premier fa shopping politico
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Venerdì 15 Dicembre 2017, 16:32 - Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 18:47
Qualcuno comincia a chiamarla con una buona dose di fastidio «normalizzazione». Di Maio (wants to be) the new Renzi? Ormai è palese: il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio nella sua operazione di accreditamento bada più alle relazioni esterne che a quelle interne al Movimento. E così seppellendo anni di battaglie politiche all'opposizione il candidato premier del M5S riabilita, e soprattutto fa sue, le ricette degli altri. Basta citare le ultime due comparse in ordine cronologico: gli 80 euro, ovvero il bonus fiscale voluto dal governo Renzi e il piano Cottarelli. Provvedimenti ferocemente contrastati prima e ora come per magia rivalutati con interesse. 

«Se M5s andrà al governo non abrogherà gli 80 euro, ed anzi punterà ad allargare il taglio delle tasse intervenendo sull'Irpef», Di Maio lo ha detto a Radio anch'io, su Radio Rai 1. Gli 80 euro sono saltati fuori quando un radio ascoltatore che, pur dichiarandosi contrario a Renzi, si è detto preoccupato dell'eventuale abrogazione degli 80 euro. «Sono soldi suoi - ha prontamente risposto DI Maio - se li merita e nessuno glieli vuole togliere. Sono uno sconto Irpef e nessuno glieli vuole togliere». «Noi presenteremo una manovra fiscale - ha spiegato - con ulteriore alleggerimento per il ceto medio e con l' allargamento della no tax area. Gli 80 euro erano una mancetta, ma noi allargheremo il taglio delle tasse». «Quella fu una televendita - ha aggiunto - era l'atteggiamento ad essere sbagliatissimo». Insomma, sono una disonorevole mancetta ma nel portafoglio dei contribuenti che li ricevono rimangono e non fano poi così danno. 
Su twitter l'ex premier Renzi fa un sorriso larghissimo: 
«Il Movimento Cinque Stelle - per bocca di Luigi Di Maio - ha detto oggi che nessuno intende
 toccare gli #80euro. Ci hanno messo quattro anni, ci hanno criticato ovunque, ci hanno sempre votato contro ma alla fine si sono convinti anche loro. Non è mai troppo tardi, #avanti
»

E che dire dell'imponente piano Cottarelli? Scippo con destrezza anche in questo caso e uso aggressivo di vocaboli già visti: vedi alla voce "fannulloni" inaugurata dall'ex Ministro della PA Renato Brunetta. «Il mercato nella gestione di altri servizi pubblici può portare vantaggi - ha detto recentemente Di Maio in unn incontro promosso da Utilitalia -  Sulle partecipate la nostra idea è di adottare il piano Cottarelli, riducendole e mettendo fuori i fannulloni».
E sul cambiamento energetico radicale previsto e fatto votare sul blog Di Maio sparge ampi quantitativi di rassicurazione:
«Noi non diciamo che andiamo al governo e dal giorno dopo spegniamo tutto quello che non ci piace, non abbiamo detto che da domattina usiamo solo le rinnovabili, ma che avviamo un processo che sarà completato nel 2045-50 con una transizione verso le rinnovabili nella quale usiamo il gas. Non siamo irresponsabili». Nel 2014 quando fu divulgato il piano Cottarelli, il M5S ne disse peste e corna e ne denunciava i pericolosi tagli previsti oltreché puntare il dito contro le coperture. E anche in questo caso l'attuale ministra del Pd Marianna  Madia ha risposto su Twitter a Di Maio che quel piano è in vigore: «Il piano per la riduzione delle società partecipate non solo esiste già, ma sta funzionando». E spiega: «Le amministrazioni pubbliche stanno dismettendo le partecipate. I piani di riduzione sono stati consegnati, secondo quanto previsto dalla riforma della Pubblica Amministrazione» e «il primo monitoraggio dimostra che ne chiude una su tre»

Parola d'ordine è normalizzazione, quindi. Cioè: non sembrare più delle schegge impazzite che vengono da Marte ma proporre ricette credibili e strutturate. E pazienza se non hanno il copyright del M5S o non provengono da Lex Iscritti, lo sportello telematico di Rousseau dove l'iscritto M5S offre soluzioni politiche ad uso e consumo del M5S stesso.

La normalizzazione, poi, si vede bene nel pellegrinaggio, denominato "rally", che sta eseguendo un paziente Di Maio in Nord Italia. Le regioni più battute sono Lombardia e Veneto. L'ultima visita è all'H Farm a Roncade, in provincia di Treviso, dove c'è in programma un mega Campus innovativo dedicato alla formazione dai 6 ai 30 anni. Hanno visitato H Farm anche Matteo Renzi e Matteo Salvini. E pure Di Maio che non ha voluto perdersi l'appuntamento con
«le imprese che fanno innovazione». Peccato che in passato questa realtà sia stata attaccata dai consiglieri comunali del M5S locale, e in qualche caso anche da deputati veneti del M5S. Ma niente da fare, chi ha provato a far notare la contraddizione ha trovato le porte chiuse. 
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