Berlusconi attacca Renzi: «Non questo patto Nazareno che volevamo: c'è rischio di deriva autoritaria»

Berlusconi attacca Renzi: «Non questo patto Nazareno che volevamo: c'è rischio di deriva autoritaria»
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Sabato 7 Febbraio 2015, 19:40 - Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 10:09

Spezza il silenzio, Silvio Berlusconi. E lo fa attaccando. Parla di un rischio di deriva autoritaria, che potrebbe essere determinato dalle riforme. E punta il dito contro chi non ha rispettato i patti, vedi Pd, per «puri interessi di parte».

Non ci sta a passare per colui che potrebbe mettere a rischio la stabilità del Paese e, piuttosto, la colpa la dà al premier Renzi che, a detta del Cav, perde tempo su atti per niente urgenti. No, il Patto del Nazareno «non era quello che volevamo». E così «addio al sogno di un progetto condiviso». Un attacco, senza se e senza ma, che sbatte contro l'ironia del Partito democratico. «Commovente», lo definisce Deborah Serracchiani. «Incoerente», invece, lo bolla Guerini che a sua volta avverte il Cav: sulle riforme si va avanti. Berlusconi torna, dunque, in campo. E al Pd e a Matteo Renzi non risparmia nulla. «Avevamo creduto di poter fare insieme le riforme istituzionali e la legge elettorale e di avere un Presidente della Repubblica condiviso - dice - Ma il Pd non ha rispettato i patti».

Va ben oltre, il Cav, e dice anche che «per come si sta delineando la nuova legge elettorale, con una sola Camera eletta dal popolo, con il terzo premier non eletto dagli italiani, si avverte il rischio che vengano meno le condizioni indispensabili per una vera democrazia».

Ma al Pd poco importa. «Berlusconi è incoerente tra ciò che dice e ciò che ha votato - commenta il vice segretario, Lorenzo Guerini -. Mi sembrano dichiarazioni un pò fuori controllo e registro, fatte per tenere insieme il proprio partito piuttosto che espressione di valutazioni di merito reale». E sgombra il campo dai dubbi: «Sulle riforme si va avanti».

Ci sono poi Forza Italia e il centrodestra spaccati, altra tegola sulla testa di Berlusconi. Il Cav parla anche di questo: «Lavorerò con rinnovato impegno perchè il centrodestra possa ritornare unito e possa offrire al paese quelle urgenti soluzioni che finchè ho avuto l'onore di presiedere il governo avevano garantito agli italiani più benessere, più sicurezza, più libertà». Quasi a voler avvertire le "fazioni" che lui, le redini, non le lascia in eredità proprio a nessuno. E dire che proprio oggi Raffaele Fitto aveva provato a pungolarlo, di nuovo. Aveva ribadito il suo obiettivo, «di voler impostare una sfida politica e di visione a Renzi e alla sinistra»; aveva espresso la sua speranza, di «contribuire a rilanciare il centrodestra».

E poi aveva avvertito proprio il Cav, Fitto: «Questa nostra azione, lo voglio sottolineare con forza, è una grande opportunità per Forza Italia e anche per Silvio Berlusconi. Altro che restare imprigionati in mesi di sterili liti condominiali...». Una linea chiara in merito alla quale ora resta da vedere come si collocherà l'altro "pezzo" del centrodestra, Ncd in primis. Oggi Gaetano Quagliariello anche lui era stato chiaro: Renzi e il Pd «non possono pensare a maggioranze alternative. Noi su questo punto dobbiamo tenere la schiena diritta prendendoci anche qualche 'rischio d'impresà». E proprio su Berlusconi aveva chiosato così: «grande rispetto» ma ora «bisogna guardare avanti».

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