Berlusconi: «Se vince il no pronto a sedermi al tavolo con Renzi»

Berlusconi: «Se vince il no pronto a sedermi al tavolo con Renzi»
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Mercoledì 23 Novembre 2016, 19:02 - Ultimo aggiornamento: 20:04

«C'è qualcuno che mette in giro a posta la storia del "ni". Il mio è un no deciso e responsabile». Lo afferma Silvio Berlusconi nel corso della registrazione di Matrix parlando del referendum.

«È indispensabile sedersi al tavolo per fare una nuova riforma e una nuova legge elettorale», continua poi Berlusconi a chi gli chiede se sia disposto a rimettersi al tavolo con il premier Matteo Renzi se vincesse il no per cambiare la legge elettorale.

«Abbiamo parlato della situazione italiana e se vince il no non cambia nulla, non succederà nulla e si apre la possibilità di una riforma della costituzione molto diversa e positiva», prosegue l'ex premier rispondendo a chi gli chiede se con il capo dello Stato Sergio Mattarella avesse parlato anche di scenari post elettorali.

«Questa riforma trasformerebbe in peggio questo Paese. Bisogna togliere il ballottaggio, fare il proporzionale che porterà ad un governo che rappresenta la maggioranza degli italiani», insiste ancora Berlusconi.

«Noi avevamo collaborato alla riforma della Costituzione e alla legge elettorale ma Renzi voleva solo un abito su misura. Gli eventi sopraggiunti hanno fatto sì che questo vestito si adatti meglio a Grillo e questo perché Renzi aveva su di sé il 56% di fiducia che ora è scesa al 26% oggi tutti i sondaggi danno il Pd tra il 28-32% per cui non è più possibile per il Pd vincere al ballottaggio. Se si votasse con questa legge elettorale ci troveremmo un uomo solo al comando che potrebbe essere il padrone dell'Italia e degli italiani, la deriva autoritaria è implicita in questo referendum legato alla legge elettorale», dice ancora Berlusconi.

«Renzi è molto cattivo ed io troppo buono? Tutte e due le affermazioni sono vere», sostiene poi il leader di Forza Italia.

«Mi piace parlare delle persone quando posso parlarne bene, se ne devo parlare malissimo evito», risponde quindi Berlusconi a chi gli chiede un giudizio su Grillo.

«Financial Times e gli altri giornali americani non ne ha indovinata una, erano tutti per il no alla Brexit per non parlare di Trump, non hanno capito che Trump era un volto familiare che era diventato uno di famiglia più di Clinton. Poi lui ha saputo parlare a quel ceto medio che è spolpato dal fisco che ha paura del futuro. Penso che avremo delle buone sorprese dal suo modo di governare, certe cose impensieriscono come l'isolazionismo dell'America che è un male, su questo è da contraddire ma sull'economia è tornato alla politica liberale di Reagan», rileva poi Berlusconi parlando delle elezioni americane.

«Direi di no, siamo due imprenditori che hanno smesso di fare il loro mestiere per fare qualcosa per il loro Paese», continua rispondendo a chi gli chiede se vede delle somiglianze con Trump.

«Sono andato a vedere i musical, la lampada di Aladino. Mi era impossibile andare in giro per New York perché mi riconoscevano tutti e volevano fare dei selfie con me, io agli italiani dicevo: "Sono Berlusconi non Renzi", ma loro lo volevano lo stesso», afferma ancora Berlusconi. «I grattacieli di New York mi intimidiscono, sembri un granello di sabbia e la torre di Trump si inserisce molto bene, dà un senso di stabilità», continua Berlusconi. 

«Quella del veto è una minaccia infondata, il veto doveva essere messo prima come sulle sanzioni contro la Russia che sono state un atto di masochismo per gli imprenditori», afferma ancora Berlusconi parlando del minacciato veto di Renzi sul bialncio Ue.

Vladimir Putin «è molto sensibile, molto rispettoso» con «uno sguardo ironico», sostiene ancora Berlusconi a Matrix. Occasione per parlare del presidente russo un lapsus dell'ex premier che ha confuso la Cia con il Kgb.

«Oggi il pericolo comunista non c'è più. Oggi siamo in una situazione tripolare con il centrodestra unito, il Pd e il Movimento Cinque Stelle. Occhetto? Era una delle persone più sagge ed equilibrate», è stata infine la confessione di Berlusconi.

 

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