Il Pd dimezza i sindaci, la destra sale da 34 a 47

Crivello (Ansa)
di Diodato Pirone
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Martedì 27 Giugno 2017, 08:48
Per capire meglio le modifiche alle geografia elettorale ed amministrativa italiana apportate da questa tornata amministrativa è inevitabile appuntarsi alcune cifre. Fra i Comuni al voto di una certa importanza(quelli con oltre 15.000 abitanti) fino a ieri il centrosinistra presiedeva ben 93 municipi ed ora è sceso a quota 56. Il centrodestra è passato da 34 a 47. Le civiche sono raddoppiate passando da 23 a 46. Mentre i 5Stelle che avevano 2 sindaci ora possono vantarne 8. Poi ci sono casi (che contano meno delle dita di una mano) accorpati nella denominazione altri o partiti locali.

I dati raccontano del ritorno alla competitività del centrodestra almeno sul territorio ma soprattutto del boom delle liste civiche che non esploderà mai nei titoli dei giornali ma che invece sta cambiando l'Italia nel profondo e non da ora.

Chi ricorda più il caso del comune di Latina, la seconda città del Lazio? Una comunità storicamente di destra ma sgovernata da decenni da una classe politica inadeguata fino alla reazione di una fetta di cittadinanza che l'anno scorso organizzò una lista civica che si impose con il 75% dei consensi in occasione del ballottaggio.

RIFLETTORI SUL FUTURO
A dispetto di tutti i riflettori concentrati sui casi di Genova o Verona lo slogan vincente di queste elezioni sembra essere «Dieci, cento, mille Latina». Tanto che le civiche hanno persino fatto capolino nella classifica top, quella dei 25 Comuni capoluogo, con Parma dove è tornato ad imporsi il sindaco uscente, Federico Pizzarotti, espulso dal M5S, e con Belluno dove è stato riconfermato un sindaco che era civico già dal 2012 e che si chiama Jacopo Massaro.

«E' sbagliato sottovalutare il fenomeno delle civiche - sottolinea Enzo Risso, direttore della triestina SWG - Ci dicono che nel profondo della società italiana c'è una forte richiesta di futuro che si esprime in questa fase soprattutto a livello locale e che non si riconosce più nel M5Stelle che, dopo quanto è successo a Genova dove i dirigenti nazionali pentastellati hanno imposto il proprio candidato, viene percepito come una organizzazione con priorità proprie e proprie leggi che non sono quelle del civismo locale».

L'INSODDISFAZIONE
La nuova classifica dei 25 comuni capoluogo al voto dà comunque la dimensione dell'indubbio successo del centrodestra in questa tornata. Al voto sono arrivati 16 sindaci di centrosinistra di queste città che ora sono ridotti a 6. Il centrodestra è inceve passato a controllare 16 capoluoghi - fra i quali Genova - partendo da quota 7. I civici, come detto, sono 2 mentre nel 2012 ce ne fu uno solo. Passa ai civici l'unico sindaco conquistato nel 2012 dal M5S. Infine la poltrona di sindaco non è stata assegnata nel Comune di Trapani sconvolto un mese fa da una retata della magistratura che ha portato agli arresti di due candidati sindaci e all'arrivo ormai imminente di un commissario.

Il centrodestra conquista città che un mese fa non erano neanche nel suo radar come Pistoia o La Spezia dove il centrosinistra ha pagato caro le sue divisioni. Ma è anche vero che cede al centrosinistra città importanti come Lecce (storicamente di destra) e Padova dove la giunta di centrodestra formata nel 2014 si era divisa. Il Pd perde Carrara, città importante in Toscana anche se non capoluogo, a favore dei 5Stelle. Segno - assieme al non voto - che l'insoddisfazione dell'elettorato italiano resta alta. E che non perdona nessuno.
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