A maggio, alcune settimane prima di partire per gli Stati Uniti con i compagni della sua squadra di rugby per partecipare a un torneo, Michael si era messo on line a caccia di giovani vittime. In particolare sperava di agganciare qualche padre disposto a offrire bimbi di età tra i 5 e i 10 anni per rapporti sessuali in cambio di soldi. Tuttavia, durante le ricerche, l'uomo è incappato in un agente sotto copertura che, fingendosi interessato alla proposta, gli ha dato appuntamento in un albergo per poter abusare di un bimbo di 6 anni.
Due giorni dopo essere atterrato a Los Angeles, Michael si è diretto in un albergo dove lo attendeva una camera con dolcetti sparsi ovunque e cartoni animati in tv: appena arrivato ha piazzato una videocamera puntata sul letto e ha atteso che il “papà” gli portasse il bambino. Le manette per lui sono scattate quando l'agente sotto copertura gli ha chiesto i 250 dollari: dopo aver pagato, un gruppo di poliziotti ha fatto irruzione nella camera e ha arrestato Michael.
Adesso l'uomo ha accettato di patteggiare, dichiarandosi colpevole di aver viaggiato negli Stati Uniti per fare sesso con un bimbo di 6 anni. Un patteggiamento che lo salverà da una condanna molto più dura e che poteva prevedere una pena minima di 15 anni fino al carcere a vita. Gli avvocati di Michael e i procuratori sono giunti a un accordo: 13 anni dietro le sbarre. Adesso la parola passa al giudice che a ottobre dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta.
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