L'INTERVENTO
«Laggiù non ci sono terroristi» ed abbiamo difeso i «diritti dei nostri fratelli in Siria» (ossia i turcomanni, inquadrati nelle opposizioni anti-Assad) ha dichiarato il presidente turco Recep Erdogan, spiegando le ragioni dell'abbattimento del bombardiere, ma guardandosi bene dal scusarsi. «Nessuno può legittimare gli attacchi contro di loro usando il pretesto di lottare contro l'Isis», ha definitivamente chiarito il suo premier, Ahmet Davutoglu.
Se da una parte la Russia smorza i toni a livello ufficiale onde evitare un incendio più grave ed uno scontro con la Nato, dall'altra non è affatto disposta a porgere l'altra guancia. Con urgenza saranno dispiegati in Siria i micidiali sistemi anti-aerei S-400. Se qualcuno metterà nel prossimo futuro nel suo mirino i velivoli di Mosca avrà ben poche possibilità di atterrare sano e salvo sia di qua che al di là del confine. L'ammonimento di Putin è chiarissimo: «Dopo quello che è accaduto non possiamo escludere qualche altro incidente. Se succederà dovremo reagire in un modo o nell'altro». La polemica con l'ex amico Erdogan resta forte. «La leadership turca - ha sottolineato il capo del Cremlino - sta sostenendo da anni l'islamizzazione del proprio Paese». Pronta la replica del leader da Ankara: «Se si sostiene qualcuno che ha messo in piedi uno stato di terrore (ndr. riferendosi ad Assad), allora sei anche tu un oppressore».
LA PRUDENZA
Sia il premier Medvedev che il ministro Lavrov hanno, invece, tentato di gettare acqua sul fuoco, osservando, tuttavia, che qualcuno starebbe tentando di fare litigare Mosca con l'Alleanza atlantica. Il collega Davutoglu ha affermato che «la Russia è nostra amica e nostra vicina. Abbiamo fornito noi le informazioni necessario per il recupero del jet. Non vogliamo un'ulteriore escalation». In sostanza i «numeri due» e le diplomazie cercano di riallacciare faticosamente i nodi di un qualche dialogo. I rischi per entrambi i Paesi in caso di scontro o addirittura di conflitto sono enormi, considerando gli interessi economici bilaterali in ballo.