Trump presenta i primi 100 giorni: «Non voglio far male a Hillary»

Trump presenta i primi 100 giorni: «Non voglio far male a Hillary»
di Anna Guaita
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Mercoledì 23 Novembre 2016, 08:27 - Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 12:10

NEW YORK - Dopo averli abilmente usati durante la campagna elettorale, Donald Trump aggira i media e parla direttamente all'elettorato. Invece di tenere una conferenza stampa, ed essere costretto a rispondere a domande presumibilmente imbarazzanti, il presidente eletto ha messo in rete un breve video YouTube in cui riassume i suoi piani per i primi cento giorni alla Casa Bianca. Un succinto elenco che forse brilla più per quello che non contiene che non per quel che promette. Trump si impegna infatti a «riportare la legge e i posti di lavoro», e propone di riuscirci ritirando gli Usa dal negoziato commerciale con i Paesi del Pacifico (Tpp), togliendo le restrizioni allo sfruttamento petrolifero e del carbone, riducendo le regolamentazioni federali, e lanciando un'indagine su coloro che «abusano del loro visto, danneggiando i lavoratori americani».

I TEMI DIMENTICATI
Nel video mancavano tuttavia alcuni dei cavalli di battaglia della sua campagna: nessun cenno alla costruzione del muro al confine con il Messico, o al progetto di annullare l'Obamacare. Non si faceva cenno neanche all'idea di creare un registro con i nomi dei cittadini di fede musulmana. Né veniva menzionata la promessa di nominare un procuratore speciale per indagare sulla Fondazione Clinton, di cui in campagna aveva denunciato le presunte irregolarità. Forse, insinuano alcuni commentatori, a Trump non conviene fare troppo fracasso su certi fronti, visto che comunque i sondaggi lo danno in crescita di popolarità, con il 53 per cento convinto che «farà un buon lavoro».

Invece lui stesso potrebbe aver qualche ricaduta negativa dalla sua fondazione: ieri un ente indipendente di controllo sulle non-profit, il GuideStar, ha reso noto che la fondazione Trump ha ammesso di aver utilizzato i propri fondi sia nel 2015 che negli anni precedenti «a proprio vantaggio». E dunque, sottoporre Hillary a un'inchiesta potrebbe a sua volta far discutere delle presunte violazioni compiute da Trump stesso nella sua fondazione.
Di questi atti qualcosa è stato scritto nei mesi scorsi, ma non sono state condotte grandi inchieste. Anzi la sinistra si è sempre lamentata che i media americani non abbiano usato contro Trump la stessa determinazione che avevano contro Hillary. E nonostante ciò, Trump invece ce l'ha con i media.

Non solo non convoca conferenze stampa, ma continua a lanciare tweet (un buon 59 per cento di americani vorrebbe che chiudesse il conto Twitter, ora che è presidente) prendendosela soprattutto con il New York Times, che definisce «fallimentare». A sorpresa, però, ieri pomeriggio ha accettato di incontrarsi con i giornalisti della Signora in Grigio, e di rispondere ad alcune loro domande. In questo appuntamento ha assunto posizioni moderate ad esempio sull'accordo ambientale di Parigi, che ha detto di star «studiando attentamente». A proposito di una riunione di bianchi nazisti che il giorno prima aveva inneggiato a lui, ha detto di «condannarli». Ha anche sostenuto che sarebbe felice di «essere il presidente che favorisce la pace fra palestinesi e israeliani», e ha insistito che vuole riportare la Apple a fare cellulari negli Usa.

LO SCONTRO
Trump aveva tenuto lunedì un incontro simile con gli esponenti delle tv, ma chi si aspettava il tradizionale calumet della pace è rimasto deluso. Da quel che è trapelato, ha teso ai boss tv «un vero e proprio agguato» come lo ha definito Andrea Mitchell della Nbc accusandoli di averlo trattato male durante la campagna elettorale, e di essere «una manica di bugiardi». La sua rabbia è stata diretta contro la Cnn e la Nbc, nonostante il fatto che da candidato avesse invece goduto di ore di copertura tv gratuita, in genere amichevole.

LE CONSULTAZIONI
Nel background intanto si intensificano le consultazioni per la formazione del Gabinetto presidenziale e le pratiche della transizione, per le quali Trump ha anche avuto uno scambio al telefono con Barack Obama. Quanto al futuro governo, crescono le quotazioni del generale James Mattis per la guida del Pentagono, mentre Rudy Giuliani viene ora indicato come possibile direttore della Sicurezza nazionale. La sfilata degli aspiranti ministri continuerà, a parte un breve intervallo, domani, quando Trump andrà a festeggiare il Ringraziamento nella villa di Mar-a-Lago, in Florida.

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