La Slovenia è stata attraversata da centinaia di migliaia di migranti in marcia lungo la rotta balcanica durante la crisi drammatica del 2015, e gli avversari politici di Jansa, dimessosi dalla guida del governo nel 2013 per uno scandalo di corruzione, affermano che Orban ha finanziato la campagna elettorale dell'SDS tramite personaggi e organizzazioni a lui vicine. Stando agli exit poll e ai primi dati preliminari diffusi dai media alla chiusura dei seggi alle 19, ai conservatori dell'Sds di Jansa è andato il 24,4% delle preferenze, una percentuale questa che sale addirittura al 28% sulla base dello spoglio ufficiale del 5% delle schede da parte della commissione elettorale.
Al secondo posto, sempre stando agli exit poll, figura la Lista di Marjan Sarec (LMS), un ex attore e comico satirico, che avrebbe ottenuto il 12,6%, seguita dal partito del premier uscente Miro Cerar (SMC, centrosinistra) attestato intorno al 10%. A superare lo sbarramento del 4% necessario per entrare in parlamento sarebbero stati anche gli estremisti di destra del Partito nazionale sloveno (Sns) andati oltre il 5%. In tutto sarebbero state nove le forze politiche entrate nel parlamento di Lubiana composto da 90 seggi, compresa la Sinistra (Levica), i Socialdemocratici (SD), Nova Slovenija (Nsi), e il Partito dei pensionati (DeSUS).
Pur chiaro vincitore ma senza maggioranza assoluta, il conservatore Jansa non potrà tuttavia governare da solo e dovrà comunque cercare delle alleanze, difficili al momento da ipotizzare. «Mi auguro che il voto di oggi sia il primo passo per mettere gli sloveni al primo posto, per dare priorità alla sicurezza e al benessere della Slovenia e degli sloveni», ha detto Jansa dopo aver votato oggi al seggio di Sentilj pri Velenju.
Molto bassa sembra essere stata l'affluenza alle urne, data di molto al di sotto del 40%, rispetto al 51,7% delle precedenti politiche del 2014.
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