Il piano anti-Usa di Mosca coinvolge l’Iran e la Cina

di Alessandro Orsini
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 10 Agosto 2016, 00:13
Putin sta cercando di creare un'alleanza politico-militare, tra Cina, Russia, Iran e Turchia, passando attraverso un'intesa diplomatica preliminare. Si tratta di una strategia ambiziosa per creare un nuovo blocco di Stati capace di contrapporsi agli Stati Uniti e invertire i rapporti di forza in Medio Oriente e nell'Oceano Pacifico. In questo progetto, lontano, ma che procede speditamente, Erdogan è una pedina fondamentale. Nel 2011, la Cina è diventata il più grande partner commerciale della Russia. Nel 2014, gli scambi commerciali tra i due paesi hanno sfiorato i cento miliardi di dollari. Il dato è significativo, se si considera che, agli inizi del 1990, gli scambi commerciali tra i due paesi ammontavano a circa cinque miliardi di dollari l'anno. Nel 2014, Cina e Russia hanno firmato un accordo per la costruzione di un grande gasdotto che, ogni anno, porterà in Cina 38 miliardi di metri cubi di gas naturale russo, entro il 2018.

LE RELAZIONI e relazioni sono migliorate anche nel campo della sicurezza, al punto che la Cina è oggi uno dei più grandi importatori di armi russe. I più alti generali russi e cinesi hanno consultazioni regolari e cooperano stabilmente nel campo della sicurezza internazionale. Negli ultimi vent'anni, migliaia di militari cinesi hanno studiato in Russia e numerosi alti ufficiali russi hanno studiato in Cina. Da quando è diventato presidente della Cina, nel marzo 2013, Xi Jinping si è recato da Putin cinque volte. Nello stesso periodo di tempo, Putin si è recato tre volte in Cina. Putin è il capo di Stato che Xi Jinping ha incontrato più volte, in veste di presidente della Cina. Quando la Russia ha annesso la Crimea, la Cina non si è schierata con nessuna delle parti in conflitto, evitando di rafforzare il fronte occidentale. Il 29 luglio, pochi giorni fa, il colonnello Yang Yujun, portavoce del ministro della difesa cinese, ha annunciato, per settembre, un'esercitazione militare congiunta tra Cina e Russia nel Mar Cinese Meridionale, dove gli Stati Uniti hanno già condotto esercitazioni militari per chiarire di essere pronti a un eventuale scontro con la Cina. Le relazioni tra Russia e Iran, che sono sullo stesso fronte in Siria in difesa di Bassar al Assad, non potrebbero essere migliori.

 

Anche Turchia e Iran hanno ottimi legami. I due paesi sono su fronti opposti in Siria. Tuttavia, la Turchia ha sempre manifestato una grande solidarietà all'Iran, persino durante gli anni difficili delle sanzioni economiche contro lo sviluppo del programma nucleare. I due paesi confinano e non hanno dispute territoriali. I loro capi politici si scambiano continuamente messaggi di stima e di solidarietà. Il 4 giugno 2016, il colosso turco Unit International, guidato da Unal Aysal, ha annunciato la firma di un accordo con il ministero dell'energia dell'Iran per la costruzione di sette centrali, in sette regioni differenti della repubblica iraniana. Gli impianti, la cui costruzione inizierà nel gennaio 2017, sprigioneranno 6,020 megawatts, che copriranno il 10% del fabbisogno energetico degli iraniani. L'affare ammonta a 4,2 miliardi di dollari ed è il più grande investimento economico in Iran, dopo gli accordi per il ritiro delle sanzioni economiche. L'intesa politica tra l'Iran e la Turchia si è conservata anche perché entrambi appoggiano Hamas, che sosterranno, nel caso di un attacco israeliano contro Gaza. Durante le ore finali del colpo di Stato contro Erdogan, il ministro degli esteri iraniano, Javad Zarif, telefonava alla sua controparte turca, Mevlut Cavusoglu, per esprimere tutto il sostegno dell'Iran a Erdogan.

IL RUOLO Putin si propone come il perno politico intorno a cui far ruotare Cina, Iran e Turchia.
Il suo compito, in questi mesi, sarà quello di colmare le distanze tra questi paesi, cercando una soluzione in Siria. Il fine è strappare Erdogan all'Occidente. Non è un'impresa impossibile. Bassar al Assad darebbe qualunque cosa per stringere la mano di Erdogan che, finora, è stato uno dei suoi nemici più temibili, essendo un nemico confinante che, per di più, è membro della Nato. Putin è un uomo di grande intelligenza strategica, al quale mancano le risorse necessarie per realizzare i suoi disegni più ambiziosi. Tuttavia, l'impeto dell'Occidente contro Erdogan potrebbe favorirlo enormemente. Il progetto di Putin richiede tempo, salvo sviluppi repentini. Ovviamente, il deterioramento delle relazioni tra l'Unione Europea e la Turchia potrebbe essere uno di quegli sviluppi repentini che, talvolta, determinano un'improvvisa accelerazione dei tempi storici.
© RIPRODUZIONE RISERVATA