Montenegro, vince Djucanovic ma governo incerto. Blitz antiterorismo nel giorno delle elezioni

Montenegro, vince Djucanovic ma governo incerto. Blitz antiterorismo nel giorno delle elezioni
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Domenica 16 Ottobre 2016, 21:09 - Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 08:26

Le elezioni politiche in Montenegro confermano la leadership ultraventennale del premier Milo Djukanovic e del suo Partito democratico dei socialisti (Dps), anche se dai dati finora affluiti non è certo che il Dps disporrà di una maggioranza ampia per governare da solo, o se avrà bisogno invece di cercare alleanze in parlamento. Le forze di opposizione dal canto loro, presentatesi al voto in ordine sparso, sostengono che unendosi potrebbero ottenere la maggioranza degli 81 seggi del parlamento di Podgorica, ponendo fine al potere di Djukanovic che dura in Montenegro da ben 27 anni.

La giornata elettorale è stata caratterizzata da una tensione crescente dopo la notizia diffusa stamane dell'arresto di venti cittadini serbi, componenti di un gruppo criminale ed eversivo che secondo le autorità di Podgorica aveva progettato per la giornata elettorale odierna azioni destabilizzanti, violenze e atti terroristici, con la cattura dello stesso premier Djukanovic. 

Stando ai dati diffusi in serata dal Cemi, Centro indipendente di ricerca e monitoraggio elettorale, dopo lo
scrutinio di oltre il 76% delle schede elettorali, al Dps di Djukanovic è andato il 41,6%% dei consensi, pari a 36 degli 81 seggi in parlamento. Seguono il Fronte Democratico (Df, opposizione) con il 20,7% (18), l'alleanza la Chiave (opposizione) al 10,8% (9), I Democratici (opposizione) col 9,9% (8), il Partito socialdemocratico (Sdp, opposizione) al 5% (4), il Partito della minoranza bosniaca (Bs) con il 3,3% (2), I Socialdemocratici col 3,2% (2), il Partito degli albanesi con l'1,2% (1) e quello dei croati con lo 0,5% (1).

Gli analisti locali ritengono che la situazione sia molto fluida e incerta e che bisogna attendere i risultati finali in termini di seggi assegnati per capire come si potrà muovere il premier Djukanovic nella formazione di un nuovo governo. 

Il voto odierno è stato definito da Djukanovic in campagna elettorale come un evento cruciale per il futuro del Montenegro, con gli elettori chiamati a scegliere tra il prosieguo del percorso di integrazione euroatlantica del Paese, del quale lui è un fautore convinto, o un cambio di rotta verso una più forte alleanza con la Russia, forte oppositrice dell'ingresso del Paese nell'Alleanza atlantica. «O andiamo avanti verso Ue e Nato o diventeremo una colonia russa», ha martellato il premier in comizi e interviste, puntando il dito contro il variegato spettro delle opposizioni, tutte ritenute a vario livello su posizioni filorusse e filoserbe, contrarie all'ingresso del Montenegro nella Nato e scettiche su una facile adesione del Paese a una Ue sempre più in crisi.

Intanto la notte scorsa è stata individuata e smantellata un'organizzazione criminale che pianificava di compiere atti terroristici e scatenare scontri armati in tutto il Paese nella giornata elettorale. Il capo della polizia montenegrina Slavko Stojanovic ha detto che sono stati arrestati 20 cittadini serbi, mentre un altro è ricercato. Alla guida del gruppo eversivo, che avrebbe introdotto in Montenegro una grande quantità di armi ed esplosivo, vi era - secondo l'emittente locale PinkM - Bratislav Bata Dikic, personaggio controverso, un ex comandante della gendarmeria in Serbia (corpo scelto di polizia), che era stato rimosso dall'incarico per le sue attività illecite e criminali quali traffico di droga, omicidi, estorsioni. 

I componenti del gruppo eversivo arrestati la scorsa notte in Montenegro con l'accusa di aver progettato azioni terroristiche nel Paese, avevano intenzione tra l'altro di catturare il premier Djukanovic al termine delle odierne elezioni politiche, ha detto la procura speciale a Podgorica che oggi ha interrogato i 20 cittadini serbi arrestati. La procura, citata dai media locali, ha parlato di una «organizzazione criminale» costituita all'inizio di ottobre in Serbia e Montenegro con l'obiettivo di influenzare il potere esecutivo e legislative in Montenegro. Erano stati pianificati attacchi armati ai cittadini che si sarebbero radunati fuori dal parlamento dopo il voto odierno, prima di prendere il controllo del parlamento e di proclamare la vittoria di «determinati partiti politici». Intanto il ministro dell'interno montenegrino Goran Danilovic ha invitato I cittadini a restare in casa e di non uscire per strada a celebrare l'esito del voto. 

Il Fronte democratico all'opposizione ha accusato il partito del premier di aver architettato l'arresto del gruppo di serbi per mettere in cattiva luce l'opposizione filoserba, in una campagna denigratoria che tuttavia «non avrà successo». «Tutto è stato pianificato per discreditare l'opposizione», ha detto Andrija Mandic, leader del Fronte democratico. Al Dps hanno fatto sapere al contrario che il Fronte democratico «è nel panico» dopo il fallimento del loro piano di sconvolgere la vita politica in Montenegro con «un gruppo di terroristi serbi» incaricati di compiere attentati de di impossessarsi delle istituzioni montenegrine. 

Il premier serbo Aleksandar Vucic non ha voluto commentare l'arresto dell'ex capo della gendarmeria serba. Ha osservato tuttavia come sia «strano che tutto ciò sia avvenuto proprio oggi». «Non abbiamo dati precisi. Il ministro dell'interno (serbo) mi ha informato. Mi sembra strano che sia avvenuto proprio oggi. Questo è tutto quello che posso dire», ha affermato Vucic a Vranjska Banja, nel sud della Serbia, dove ha trasferito il governo per una settimana. Da parte sua il ministro dell'interno serbo Nebojsa Stefanovic ha detto che la polizia serba non ha partecipato in alcun modo all'operazione dell'arresto di Dikic e degli altri cittadini serbi, aggiungendo di aspettarsi informazioni precise al riguardo da parte dei responsabili montenegrini. 



 

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