Un anno fa in Messico uno stupratore fu ucciso e crocefisso a un cartello stradale

Un anno fa in Messico uno stupratore fu ucciso e crocefisso a un cartello stradale
di Enrico Gregori
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Lunedì 5 Maggio 2014, 13:20 - Ultimo aggiornamento: 13:48
Un omicidio orrendo, tutto da chiarire. Quindi al momento non possbile, tantomeno lecito, formulare ipotesi sul movente. Desta comunque impressione che la donna crocifissa alla periferia di Firenze rimandi a un fatto analogo accaduto il marzo scorso in Messico dove fu crocifisso a due insegne stradali per aver violentato una donna Eladio Martinez Cruz, messicano di 24 anni. Una fine che ovviamente non ha niente a che vedere con lo Stato e le sue leggi. L’uomo, che ha stuprato la sua vittima in un magazzino nei pressi di Contepc, Stato messicano di Michoacan, era stato rapito sulla vettura della polizia che lo stava trasportando al commissariato per i dovuti accertamenti. Dopo la cattura è stato torturato e poi crocifisso all’incrocio di due provinciali.



A riservargli questa punizione sono stati probabilmente i “Cavalieri templari”, un gruppo criminale dedito al narcotraffico, che si ispira all’antico ordine e che si atteggia a vendicatore del popolo. Tra le regole che gli adepti devono rispettare c’è, infatti, anche quella secondo cui i cittadini oppressi debbano essere difesi in ogni modo. Chi non rispetta le suddette regole è destinato a morte certa. In questo caso da difendere e da vendicare c’era la donna stuprata da Cruz. Una telefonata anonima arrivata il giorno dopo ha spiegato dove si trovava il cadavere. Il corpo dell’uomo è stato rinvenuto privo dei genitali. “Così finiscono gli stupratori”, era scritto su un messaggio ai piedi di Cruz.