Marò, il premier indiano a Renzi: Italia accetti cammino nostra giustizia

Marò, il premier indiano a Renzi: Italia accetti cammino nostra giustizia
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Lunedì 11 Agosto 2014, 21:18 - Ultimo aggiornamento: 13 Agosto, 12:20
Una soluzione rapida e positiva al lungo e complicato caso che vede al centro i due fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. È l'auspicio espresso al telefono dal premier Matteo Renzi a Narendra Modi, il primo ministro indiano che ha incoraggiato «la parte italiana a permettere un proseguimento del cammino del processo indiano».



La replica di Modi In un comunicato da New Delhi Modi sottolinea che «la giustizia indiana è libera, giusta e indipendente» e «considererà tutti gli aspetti» del caso. Modi ha poi ricordato che la questione relativa all'incidente al largo del Kerala del 15 febbraio 2015 in cui sono morti due pescatori «è sub judice» davanti alla Corte Suprema che esamina ricorsi presentati dai due marò. «Noi siamo convinti - ha concluso - che
«essa considererà tutti gli aspetti nel giudicare il caso».



Cooperazione Modi ha quindi ribadito «l'impegno dell'India a rafforzare ulteriormente le relazioni bilaterali con l'Italia», mettendo in risalto la necessità di rafforzare la cooperazione economica attraverso ulteriori commercio e investimenti. Infine il premier indiano ha espresso la speranza che sotto la presidenza italiana, le relazioni dell'India con l'Unione europea (Ue) si espanderanno rapidamente e che «ci saranno progressi nella conclusione dell'Accordo ampio indo-europeo per il commercio e gli investimenti».



Il caso A una settimana dalla visita a New Delhi del ministro della Difesa Roberta Pinotti, la seconda in soli cinque mesi, il governo continua il suo affondo diplomatico premendo sull'esecutivo indiano perché affronti la vicenda dei due militari italiani. Già a inizio mese Renzi s'era detto «molto fiducioso nel nuovo governo indiano» e aveva espresso la speranza che l'esecutivo Modi «nelle prossime settimane» avesse «la possibilità di affrontare» la vicenda dei due marò e di »recuperarla in una dimensione di collaborazione sulla base del diritto internazionale.



Al lavoro Per la verità, durante la sua campagna elettorale, il premier indiano aveva assunto posizioni dure sui marò. Ma, secondo molti analisti indiani, con il passare del tempo e con una vicenda che se mal gestita può arrecare danno all'immagine dell'India, potrebbe crearsi lo spazio per una soluzione diplomatica in cui nessuna delle due parti esca chiaramente sconfitta e che permetta di raggiungere l'obiettivo più importante: il ritorno in patria di Latorre e Girone.



Il processo Da un punto di vista giudiziario il caso di due militari italiani in questi giorni vive una fase di stallo. Anzi, sui due ricorsi alla Corte Suprema indiana non si prevedono novità per molte settimane. Anche il procedimento presso la Procura di Roma non è stato archiviato ma è fermo, sono le parole del procuratore capo Giuseppe Pignatone, »in attesa che l'autorità indiana dia corso alle commissioni rogatorie da tempo presentate, e già sollecitate«. E le due udienze di fine luglio nel tribunale speciale e nella Corte Suprema di New Delhi per il rinnovo delle garanzie bancarie a sostegno della libertà dietro cauzione dei marò si sono rivelate pura routine e non hanno modificato la situazione.
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