Londra, il comico musulmano che vuole seppellire di risate Jihadi John e i suoi “fratelli”

Humza Arshad ha studiato alla Scuola d'Arte Drammatica di Richmond
di Luca Lippera
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Giovedì 2 Aprile 2015, 21:17 - Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 16:14
Humza Arshad è un musulmano, ha ventinove anni, è un comico (di quelli che la comicità ce l'hanno istintivamente dentro) e ha deciso una cosa: il fanatismo islamico, gli estremisti dell'altra parrocchia (quelli che descrivono tutti gli arabi come invasati dinamitardi), Jihadi John e tutti i suoi “fratelli” potrebbero essere sconfitta da un'arma potentissima: una risata.



Dopo un formidabile successo su YouTube, Humza Arshad, di origini pakistane, sta facendo (sponsorizzato da Scotland Yard) un incredibile e - bisogna dirlo - coraggiosissimo giro nelle scuole londinesi a maggioranza musulmana per far riflettere gli studenti sulla inutilità della violenza jihadista. Humza, nato nella periferia di Londra da una coppia di immigrati, ha sperimentato sulla sua pelle gli aspetti grotteschi di una società che si chiude mentalmente e fisicamente in compartimenti stagni. «Ho frequentato la scuola d'arte drammatica di Richmond - ha detto più volte - ma tutto quello che i registi avevano da offrirmi erano ruoli da terrorista comprimario». Allora Humza si è messo in proprio e dopo aver spopolato su YouTube con i suoi “rap” ora calca palcoscenici improvvisati nelle scuole londinesi per diffondere il suo messaggio.



L'idea di Humza è arginare la possibile adesione di altri giovani all'estremismo sanguinario dello Stato Islamico facendo capire, a suon di battute, l'aspetto grottesco e ridicolo dell'estremismo. Il comico, al quale non fa difetto il coraggio - in Inghilterra ci sono almeno tre milioni di musulmani e oltre seicento sono partiti per la Siria - vorrebbe organizzare un tour nelle scuole a livello nazionale: una guerra culturale che usa il divertimento per fare breccia tra i giovani. «Senza una battaglia serrata per conquistare i cuori e le menti dei giovani - ha avvertito il presidente di una commissione parlamentare che si occupa del fenomeno - i numeri presto cresceranno i maniera esponenziale: siamo sull'orlo di un burrone».



Con le sue battute fulminanti che non risparmiano colpi al radicalismo basato su una lettura fanatizzata del Corano, ma nemmeno contro gli stereotipi con i quali i musulmani vengono spesso bollati come una massa indistinta di fanatici pronti a far saltare in aria l'Occidente, Arshad è stato definito l'anti Jihadi-John. Mohammed Emwazi, il londinese indicato come uno dei boia dell'Isisi, cerca di fare proselitismo tra i giovani proponendo un modello sanguinario, Arshad, anch'egli londinese, lancia il messaggio opposto: dell'estremismo bisogna farsi gioco, non caderne preda.



Humza, dopo la scula d'arte, non si scoraggiò. Continuò a lavorare nel negozio del padre per mettere da parte i soldi necessari, un giorno decise di comprare una videocamera e di produrre da solo i

propri video, usando YouTube come mezzo di diffusione. Era nato il personaggio di 'Badman', aspirante gangster che finisce per farsi picchiare dalle ragazze ed è costantemente ridicolizzato dalla

madre. I video sono diventati virali, arrivando a 60 milioni di visualizzazioni e facendo di Arshad uno dei personaggi più popolari tra i giovani britannici, in particolare quelli di religione islamica. Per questo, quando il comico si presenta nelle scuole, non solo è amato dal pubblico di studenti, che non smettono di ridere alle sue battute, ma è soprattutto credibile quando si mette a ridicolizzare il jihadismo dal quale i giovani rischiano di farsi sedurre.



L'unico momento serio nelle sue recenti perfomance è dedicato alla vicenda delle tre adolescenti musulmane britanniche fuggite recentemente per andare in Siria. Una di loro è la sorella di un amico fraterno. «Erano una famiglia normale - racconta Arshad - ma ora, sono devastati da questa storia. Immaginate che si tratti della vostra famiglia, di una vostra sorella», dice rivolto al pubblico di studenti. Le risate lasciano spazio al silenzio. Molti ragazzi annuiscono. Poi, alla fine dello show, arriva il momento liberatorio dei selfie con la star.
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