Libia, il generale Kalifa Haftar: «Bombardare le navi italiane» Il Governo: «Minacce infondate»

Libia, il generale Kalifa Haftar: «Bombardare le navi italiane» Il Governo: «Minacce infondate»
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Mercoledì 2 Agosto 2017, 23:07 - Ultimo aggiornamento: 4 Agosto, 08:02

Il generale Kalifa Haftar, l'uomo forte del governo di Tobruk, ha dato ordine alle sue forze di bombardare le navi italiane impegnate nella imminente missione di supporto navale alla Libia. Lo si è letto su un tweet dell'emittente Al Arabiya.

L'ordine di Haftar è arrivato dopo che il parlamento di Tobruk, che fa capo alla sua fazione, aveva espresso la sua opposizione all'operazione navale italiana. Contestando al premier di Tripoli, Fayez Sarraj, riconosciuto dalla comunità internazionale, di aver concluso l'accordo con l'Italia per operazioni congiunte di contrasto ai trafficanti di esseri umani, in quanto la presenza di navi straniere rappresenterebbe una «violazione della sovranità nazionale» libica. L'ordine arriva, inoltre, mentre nelle acque territoriali libiche si trova già il pattugliatore «Comandante Borsini».

Le dichiarazioni di Haftar, a poche ore dall’inizio dell’operazione italiana, non hanno convinto tuttavia il nostro governo che le ritiene inattendibili. Anche perché era stato lo stesso ministro alla Difesa Roberta Pinotti a lasciare intendere, durante la sua audizione in Commissione al Senato, che la missione italiana non avrebbe trovato ostacoli in Haftar.

Inoltre per Leonardo Tricarico, generale già capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica e oggi presidente della Fondazione Icsa «più che un pericolo di tipo militare, l'Italia rischia un incidente diplomatico. È questa la vera insidia» ha detto all'AdnKronos parlando in merito alle minacce da parte dell'uomo forte del governo laico di Tobruk. «Le capacità dell'aviazione di Haftar non mi pare che abbiano dimensioni e qualità tali da preoccuparci: sono piuttosto ridotte ed ampiamente gestibili dalla Marina italiana, in genere dalle nostre Forze Armate. Siamo quindi in grado di difenderci ampiamente», spiega il generale Tricarico convinto che la Difesa ha già messo in preventivo un rischio di questo tipo. «Oggi lo sforzo non certo della Francia - e a proposito, certe ostilità non si sanano con una stretta mano davanti a Macron e a favore delle telecamere - ma di tutta la comunità internazionale con l'Italia in prima linea è quello di procedere a una difficile e travagliata riconciliazione che si prospetta in tempi lunghi», sottolinea Tricarico. E la missione italiana, «in un contesto di equilibri già precari lì, potrebbe mettere a rischio il difficile processo di riconciliazione. È questo il possibile disvalore aggiunto della missione di supporto alla Guardia costiera libica a fronte del poco significativo risultato in termini di contenimenti dei flussi migratori».

Tiene le distanze da Haftar anche Ayoub Qassem, portavoce della marina militare del governo di Tripoli: 
«È una collaborazione seria e reale quella tra Italia e Libia nella lotta all'immigrazione illegale», ha detto in un'intervista ad Aki - Adnkronos International, affermando che «il sostegno fornito da Roma nel contrasto ai trafficanti di essere umani ci costerebbe molto di più se lo dovessimo fare a spese nostre». Qassem ha quindi sottolineato che «le autorità italiane si sono convinte che la lotta all'immigrazione illegale deve essere fatta attraverso una cooperazione seria e reale con la Libia». In una risposta indiretta alla minacce del generale Khalifa Haftar al governo italiano, il portavoce della Marina che fa capo al Governo di accordo nazionale guidato dal premier Fayez al Serraj ha ribadito che «la marina militare è contraria ad ogni ingerenza straniera nelle acque territoriali libiche, ma ciò che vogliamo, in accordo con Roma, è ristabilire la sovranità libica sulle nostre acque territoriali».

In passato, prosegue Qassem, «abbiamo rifiutato molte richieste provenute dall'Italia che ritenevamo in contrasto con la sovranità libica». «Abbiamo insistito sulla riattivazione dell'accordo firmato nel 2008», che risale ai tempi di Muammar Gheddafi e «ora l'Italia ci prende in considerazione molto seriamente - afferma Qassem - Stiamo lavorando ispirati a quell'accordo, a partire dalle motovedette che vengono riparate in Italia e ci vengono restituite dal governo italiano.

Noi continueremo in questa direzione». Per confermare il proseguimento della collaborazione tra Italia e Libia nonostante le minacce di Haftar, il militare libico ha quindi ricordato che «l'8 agosto arriverà al porto di Tripoli una unità navale italiana allestita con una officina per le riparazioni navali».
 

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