Libia, Tripoli, Bengasi e Tobrux d'accordo: nessun soldato straniero sul territorio

di Marco Conti
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Martedì 2 Agosto 2016, 14:08 - Ultimo aggiornamento: 14:50
ROMA "L'Italia non è coinvolta in operazioni militari". Farnesina e ministero della Difesa lo ripetono in coro: in Libia noi abbiamo cinquemila uomini, ma facciamo altro. Quindi nessun coinvolgimento diretto nei bombardamenti su Sirte che sta svolgendo l'aviazione americana probabilmente con droni e su "obiettivi precisi', come sosteneva ieri il Pentagono.

Non è detto che per il futuro non venga chiesta all'Italia una collaborazione più fattiva dal punto di vista operativo - come ha sostenuto anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ma per ora la richiesta del Consiglio Nazionale Libico parla chiaro: solo bombe Usa - nel quadro della risoluzione dell'Onu - per sconfiggere la minaccia del terrorismo jihadista che ha in Sirte la sua roccaforte, e niente scarponi stranieri in territorio libico. La disponibilitá della base di Sigonella, così come i 900 soldati che l'Italia sarebbe stata pronta ad inviare già ad aprile, sono forse destinate a rimanere mere ipotesi perché il dettaglio delle richieste libiche sono frutto di un seppur iniziale ma importante riavvicinamento tra le varie fazioni che si contrappongono tra Tobrux, Bengasi e Tripoli. Il governo di quest'ultima città, guidato da Serraj continua a ricevere da Washington riconoscimenti, ma ciò che accomuna le tre più grandi fazioni è proprio il non volere nuove "intrusioni", specie se europee.

Non c'è dubbio però che dopo mesi di immobilismo, Europa e Stati Uniti battono un colpo. Una reazione innescata dai tanti attentati che hanno squassato molti paesi europei i quali sembrano aver messo da parte antiche rivalità per concentrarsi nella lotta al Califfato che proprio in Libia ha istituito una zona franca del terrore.  Per sanare quello che Obama stesso ha definito il suo peggior errore, ovvero aver voluto i bombardamenti di cinque anni fa su Tripoli senza aver preparato un piano per il "dopo-Gheddafi", l'aviazione americana per la prima volta interviene ma le condizioni le dettano i libici che hanno espressamente chiesto ai paesi europei della coalizione di fare un passo indietro se non due.
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