Kenya, strage al college: esce dall'armadio dopo due giorni, non si fida neanche dei soccorritori

Cynthia Cheroitich
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Sabato 4 Aprile 2015, 13:59 - Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 12:26

Era ancora nascosta in un armadio, a due giorni dal massacro di 148 studenti compiuto dai miliziani Shabab nel college di Harissa in Kenya.

I soccorritori l'hanno scoperta sabato mattina: Cynthia Charotich, 19 anni, si era nascosta sotto un mucchio di vestiti in un guardaroba, per sfuggire alla furia sanguinaria dei terroristi islamici e non era uscita nemmeno quando aveva sentito le voci di suoi compagni di classe che erano sopravvissuti alla strage.

Anche stamane, i soccorritori hanno dovuto penare non poco per convincerla che volevano salvarla e che non erano terroristi pronti ad ucciderla.

«Come faccio a sapere che tu sei della polizia del Kenya?», ha chiesto intimorita a uno dei soccorritori che la esortava a venir fuori dal suo rifugio.

Solo quando le forze di sicurezza hanno fatto arrivare uno dei suoi insegnanti lei si è convinta a uscire fuori. «Stavo pregando il mio Dio,» ha detto. La ragazza è apparsa provata e disidratata, ma in buona salute. Ha raccontato di essersi sfamata bevendo una lozione per il corpo. I soccorritori le hanno dato subito bibite e yogurt. Cynthia, fortunatamente, non è l'unica sopravvissuta. Anche Cheruiot Tiebafy è scampato alla morte, con un espediente.

Il giovane, riporta Skynews, ha imbrattato i suoi vestiti del sangue dei suoi compagni morti e si è finto morto anche lui. Poi quel sangue Tiebafy l'ha anche bevuto, per sopravvivere, in quelle 13 ore in cui il campus è rimasto nelle mani dei miliziani. Per tutto quel tempo lui è rimasto a terra, fingendosi morto. Anche quando i terroristi hanno controllato che tra i cadaveri non ci fossero sopravvissuti lui non si è mosso. «Mi hanno girato intorno, mi hanno preso a calci - ha raccontato il giovane - ma sono vivo». Anche Helen Titus, 21 anni, si è finta morta. Ha raccontato all'Associated Press di essersi cosparsa il viso e i capelli del sangue dei suoi compagni e di essere rimasta immobile. E non si è più mossa, neanche quando i miliziani hanno intimato agli studenti nascosti nelle loro stanze di uscire, assicurando che non sarebbero stati uccisi. Ma così non è stato. «Ci siamo chiesti se uscire o meno», ha detto Titus. Molti studenti sono usciti e gli estremisti gli hanno sparato. Nina Kozel è stata svegliata dalle urla degli altri studenti e si è salvata come altri: alcuni sono riusciti a fuggire dal campus, altri si sono nascosti sotto i letti e negli armadi.

Cinque persone sono state arrestate in Kenya all'indomani dell'attacco al campus universitario di Garissa che ha provocato la morte di quasi 150 persone, per la maggior parte studenti cristiani. Lo riporta la Bbc. Alcuni dei sospetti - ha rivelato il ministero per la Sicurezza Interna - sono stati fermati mentre cercavano di fuggire nella vicina Somalia.

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