Isis, i jihadisti uccidono 250 donne a Mosul: si erano rifiutate di diventare schiave sessuali

Isis, i jihadisti uccidono 250 donne a Mosul: si erano rifiutate di diventare schiave sessuali
di Federica Macagnone
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Giovedì 21 Aprile 2016, 14:36 - Ultimo aggiornamento: 22:42
Duecentocinquanta donne uccise. Un bagno di sangue, perpetuato in quasi due anni di occupazione jihadista a Mosul, che non ha risparmiato nessuno: da coloro che hanno infranto le rigide regole imposte dall'Isis alle giovani donne che si sono rifiutate di concedersi ai miliziani pronti a trasformarle in schiave del sesso. Secondo Said Mamuzini, funzionario del Partito democratico del Kurdistan, sarebbero almeno 250 le donne uccise nella roccaforte dello Stato islamico per essersi sottratte al volere degli uomini del Califfato.

Dopo la caduta di Mosul, la seconda città più grande in Iraq, i militanti hanno iniziato a costringere le donne ad accettare i matrimoni a tempo o la pratica del jihad al-Nikah, ovvero una jihad del sesso, con il pretesto di attuare la Sharia. Chi si è rifiutata ha subìto gravi punizioni o, in diversi casi, è stata uccisa. «La vita è troppo difficile per le donne a Mosul a causa delle rigide regole imposte – ha continuato Mamuzini – L'Isis ha iniziato a selezionare le donne della città e le ha costrette a sposare i suoi militanti. Coloro che si sono rifiutate sono state giustiziate: almeno 250 ragazze sono state finora uccise per essersi sottratte alla pratica. Talvolta sono state sterminate anche le famiglie delle ragazze».

Ghayas Surchi, dell'Unione Patriottica del Kurdistan, ha aggiunto che i diritti umani in quei territori sono stati ampiamente violati: «Le donne sono viste come merce, non hanno alcuna possibilità di scegliere i loro coniugi. Non possono uscire da sole e devono seguire rigide regole di vestiario. Ai ragazzi e alle ragazze è vietato comunicare tra loro, dunque è impossibile che possano scegliere la loro anima gemella».

Mosul è sotto il controllo dello Stato Islamico dal giugno 2014: da allora la città e i suoi residenti stanno vivendo nella paura costante ingenerata dai jihadisti per spingerli a obbedire.

 
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