Isis, contraggono l'Aids dalle schiave sessuali: 16 jihadisti saranno destinati ad attacchi suicidi

Isis, contraggono l'Aids dalle schiave sessuali: 16 jihadisti saranno destinati ad attacchi suicidi
di Federica Macagnone
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Venerdì 21 Agosto 2015, 11:48 - Ultimo aggiornamento: 23 Agosto, 13:42
Vittime della loro stessa brutalità: 16 jihadisti hanno contratto l'Aids dopo aver avuto rapporti non protetti con due ragazze marocchine infette nella città di al-Mayadeen nella provincia siriana di Deir ez-Zor.



Come ha anticipato Ara News, citando fonti mediche che hanno riferito la notizia in anonimato, un gruppo di terroristi sarebbe tenuto in quarantena dopo essere risultato positivo ai test. «La maggior parte delle persone infette sono militanti stranieri che hanno avuto rapporti sessuali con due donne marocchine – ha detto un medico siriano - Le donne hanno trasmesso l'Aids ai militanti prima che la malattia fosse diagnosticata. Ci è stato ordinato dalla leadership locale del gruppo di trasferire i jihadisti infetti in un centro dove dovranno rimanere in quarantena. Le ragazze marocchine, invece, sono riuscite a fuggire in Turchia. Avevano paura di essere uccise». Secondo un attivista dei diritti civili che opera ad al-Mayadeen, i capi locali dell'Isis hanno intenzione di destinare coloro che risulteranno positivi ai test dell'Aids ad attacchi suicidi.



Intanto i casi rilevati hanno generato il panico tra le fila di terroristi a Deir ez-Zor: secondo gli attivisti anti-Isis del “Raqqa is Being Slaughtered Silently”, i leader locali hanno deciso di sottoporre a test i membri del gruppo che opera a est della Siria per evitare un'ulteriore diffusione della malattia.



«Negli ospedali di Raqqa, per oltre due anni, non sono state disponibili le attrezzature che potessero rilevare l'Aids – ha detto un attivista del gruppo anti-Isis che opera nella Capitale del sedicente Stato Islamico - Il virus si è diffuso tra le fila dei terroristi perché un gran numero di combattenti sono tossicodipendenti o hanno precedenti penali. La malattia, inoltre, si diffonde rapidamente perché gli estremisti si scambiano spesso mogli e schiave del sesso».



La notizia giunge dopo un altro caso eclatante che aveva messo in allarme il gruppo terroristico: uno jihadista indonesiano di stanza a Shaddadi, nella provincia siriana di Hasakah, aveva trasmesso l'Aids alla sua schiava sessuale 15enne che, successivamente, era stata venduta ad altri combattenti. Inoltre, il terrorista infetto aveva donato il sangue in un ospedale di Shaddadi a maggio, sollevando una serie di preoccupazioni circa la possibile infezione di decine di altri militanti. L'esame della cartella clinica, secondo alcuni attivisti locali, aveva rivelato che l'uomo sapeva di essere malato prima di entrare nell'Isis nel settembre 2013: a giugno lo Stato islamico lo ha ucciso insieme a un medico saudita che aveva rivelato informazioni sulla diffusione dell'Aids nella città di Shaddadi.