Un racconto che non nasconde i toni della provocazione non troppo nuovi alla sua campagna di repressione del traffico di droga. Duterte, d’altronde, è lo stesso che soltanto un paio di mesi fa ha detto pubblicamente che se le accuse di traffico rivolte a suo figlio Paolo si rivelassero fondate lo farà giustiziare e la polizia che si occuperà dell'esecuzione sarà esente da qualsiasi azione penale. Stavolta, invece, mette in piazza un episodio che lo riguarda in prima persona.
Un portavoce ha poi spiegato che l’intenzione del presidente era scherzosa eppure già un paio di anni fa Duterte aveva rivelato alla versione filippina della rivista Esquire che, da ragazzo, si era trovato coinvolto in una rissa in cui qualcuno era morto a pugnalate. Infatti le parole di Duterte non sono apparse troppo scherzose nemmeno quando ha ammesso di voler «schiaffeggiare» Agnès Callamard, relatrice speciale dell'Onu sulle esecuzioni extragiudiziali, e rigettare le critiche di quanti mettono in discussione la sua cruenta strategia di lotta al traffico di droga.
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