Cina-Filippine, escalation nel Mar meridionale: rischio di un nuovo fronte di guerra. È scontro tra Pechino e gli Usa

Allarme per la sicurezza economica in tutta la regione: Manila punta a rafforzare la presenza. Si stima che circa 3 trilioni di dollari di scambi commerciali annuali passino su quelle rotte

Esercitazioni militari delle flotte filippine
di Raffaella Troili
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Venerdì 26 Gennaio 2024, 16:41 - Ultimo aggiornamento: 19:39

Acque agitate anche nel Mar Cinese meridionale. E un altro possibile fronte rischia di accendersi. La Cina ha avvertito che “non permetterà mai” alle Filippine di portare avanti i piani recentemente discussi per rafforzare la propria presenza militare nel conteso Mar Cinese Meridionale, riporta il Newsweek. "L'infuocata dichiarazione, rilasciata giovedì dal portavoce del ministero della Difesa cinese, colonnello Wu Qian, è stata una risposta al capo militare filippino, generale Romeo Brawner Jr., che ha annunciato questa settimana che il paese del sud-est asiatico avrebbe aggiornato nove installazioni, tra cui quella di Second Thomas Shoal, un hotspot controllato da Manila".

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Le rivendicazioni della Cina

Pechino però rivendica la proprietà di quasi tutto il mare ricco di energia e delle sue numerose caratteristiche territoriali: isole, barriere coralline, secche e rocce. E ora blocca regolarmente i flussi di approvvigionamento del governo filippino in quello che gli osservatori dicono sia un tentativo di prendere il controllo di qualsiasi avamposto che l’alleato degli Stati Uniti lascia cadere in abbandono. "Nonostante la mancanza di risorse sufficienti per sorvegliare queste aree, che secondo il diritto marittimo internazionale rientrano nella zona economica esclusiva delle Filippine, Manila persiste nelle missioni". Sotto la presidenza di Ferdinand Marcos Jr., ha fatto affidamento su una campagna di sensibilizzazione pubblica per richiamare l’attenzione sulla risposta sempre più energica della Cina. Le forze armate filippine intendono potenziare un sistema di desalinizzazione a Second Thomas Shoal , dove la BRP Sierra Madre, una nave da guerra trasformata in base marina, rappresenta la quota di Manila nel territorio che Pechino chiama Ren'ai Reef.

Le Filippine intendono inoltre acquisire più navi e sistemi radar da altri governi amici della regione. "Se acquistare o meno una nave è una questione che spetta alle Filippine, ma qualsiasi cosa che violi la sovranità e la sicurezza della Cina e mini la pace e la stabilità regionale, la Cina non lo permetterà mai", ha detto Wu, portavoce della difesa cinese, alla stampa.

L'esercito filippino

Le forze armate filippine non hanno risposto immediatamente alla richiesta scritta di commento di Newsweek secondo cui si stima che "circa 3 trilioni di dollari di scambi commerciali annuali passino attraverso il Mar Cinese Meridionale, che collega l’Asia a rotte marittime vitali da e verso l’Europa. La rivendicazione di Pechino su vaste zone marittime e territori nell'area, contestata da altri cinque vicini, ha sollevato allarme in tutta la regione sulla sicurezza economica. La lunga disputa tra Cina e Filippine riguarda le aree dell'arcipelago delle Isole Spratly, conosciute come Isole Nansha in Cina, all'interno della ZEE delle Filippine, che si estende per 200 miglia nautiche dalla costa filippina. Pechino afferma che avamposti come la Sierra Madre sono illegali. Tuttavia, le Filippine , sostenute dagli Stati Uniti e da altri alleati con interessi economici nella regione, sostengono che la Cina sta violando la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982. 

Le accuse tra Pechino e Washington

Di recente la Cina ha accusato gli Stati Uniti di abusare del diritto internazionale a causa delle manovre militari nel Pacifico occidentale, all'indomani del passaggio del cacciatorpediniere Uss John Finn nello Stretto di Taiwan. Pur accogliendo con favore la ripresa delle comunicazioni bilaterali tra militari, il portavoce del ministero della Difesa Wu Qian ha denunciato l'attività di aerei e navi da guerra americane "alle porte della Cina" come la causa principale dei problemi tra le due potenze. «Gli Stati Uniti dovrebbero smettere di abusare del diritto internazionale, cessare ogni comportamento pericoloso e provocatorio e limitare con rigore le attività delle truppe di prima linea, che è il modo fondamentale per evitare incidenti in mare e in aria», ha detto Wu nel corso del briefing mensile. «Nessun membro della comunità internazionale dovrebbe essere intimidito o costretto a rinunciare ai propri diritti e libertà - ha rimarcato la Settima Flotta Usa, in merito alle operazioni effettuate dalla Uss John Finn -. L'esercito degli Stati Uniti vola, naviga e opera ovunque lo consenta il diritto internazionale». L'attività militare americana a difesa della libertà di navigazione mira in parte a dissuadere Pechino dal lanciare qualsiasi attacco a Taiwan o dall'usare la propria forza con i Paesi vicini sui contenziosi territoriali.

Gli scontri nel 2023

Le navi cinesi e filippine si sono scontrate nel 2023 sulla disputa di secche e barriera corallina nel mar Cinese meridionale. «Per quanto riguarda l'allentamento delle tensioni marittime, è assolutamente necessario che la grande potenza interessata, vale a dire gli Usa, smetta di interferire e di provocare», ha proseguito il portavoce, riferendosi al sostegno di Washington a favore di Manila. I diplomatici di Cina e Filippine hanno concordato questo mese a Shanghai di lavorare per ridurre le tensioni. «Bisogna dire con franchezza che è impossibile risolvere l'attuale questione da un giorno all'altro» e la Cina è disposta a lavorare sul dossier con il dialogo e la consultazione. Tuttavia, ha ammonito Wu, «se la parte filippina insiste a seguire la propria strada, adotteremo sicuramente contromisure ferme».

I territori di Pechino

La Cina ha “sovranità indiscutibile sulle isole Nansha e sulle acque adiacenti”, ha affermato Wu, citando la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. Dieci anni fa, il governo filippino portò effettivamente la Cina in tribunale all’Aia e vinse. Nel 2016 un tribunale internazionale ha stabilito che le ampie affermazioni di Pechino nel Mar Cinese Meridionale non erano valide ai sensi dell’Unclos, ma il governo cinese ha respinto il verdetto. "Le attuali difficoltà che le relazioni Cina-Filippine devono affrontare risiedono nel tradimento della fiducia da parte filippina, nella sua collusione con le maggiori potenze extraregionali e nelle sue continue violazioni e provocazioni nel Mar Cinese Meridionale, minando i diritti e gli interessi legittimi della Cina", ha affermato Wu. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ripetutamente affermato che il trattato di mutua difesa tra Stati Uniti e Filippine, vecchio di decenni, si estende ad attacchi ovunque, compreso il Mar Cinese Meridionale.

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