Padilla ha attribuito alla mancanza di liquidità le difficoltà legate al pagamento. Il default riguarderà un versamento di 35,9 milioni di dollari legati alla Puerto Rico Infrastructure Financing Authority e di 1,4 milioni associati alla Puerto Rico Public Finance Corporation. Una situazione difficile, che avanti da tempo: già l’estate scorsa era scattato il primo default di quella che viene comunemente definita la “Grecia d’America”. Il 3 agosto 2015 Porto Rico è infatti diventato tecnicamente insolvente, non avendo rimborsato 58 milioni di dollari ai detentori di bond emessi dalla Public Finance Corporation, sussidiaria della Government Development Bank dell'isola. Ogni mese da allora la PFC non ha onorato i propri impegni con i creditori, i pagamenti ai quali hanno raggiunto i 63,4 milioni di dollari.
Il governatore ha dichiarato che si sta per aprire per il Paese una vera e propria spirale di morte. L’economia è in recessione e le persone in preda al panico stanno emigrando verso gli Stati Uniti con ritmi serratissimi, i più alti almeno dagli anni Cinquanta ad oggi. Le scuole sono chiuse, la disoccupazione è crescente e il numero dei poveri non accenna a diminuire, costituendo il 45% della popolazione totale.
Secondo Padilla, parte della colpa di questa situazione è da attribuire anche al Congresso degli Stati Uniti, con i quali Porto Rico si trova in regime di Commonwealth. Tuttavia, in attesa che l’amministrazione Obama prenda una decisione al riguardo, questo sarà di certo il Capodanno più amaro degli ultimi anni per quasi quattro milioni di portoricani.
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