Queste hanno dato alla Cdu-Csu della cancelliera una maggioranza larga (41,5%), ma non assoluta. La «Grosse Koalitionen» era già stata la formula del primo governo Merkel (2005-2009). Nella legislatura successiva (2009-2013) i cristiano-sociali erano andati al potere con i liberaldemocratici (più affini dal punto di vista ideologico). Quest'ultimo partito (preferito da Merkel) alle elezioni non ha superato la soglia di sbarramento e non è entrato nel Bundestag. La Cdu-Csu, dopo un tentativo infruttuoso con i Verdi, è stata costretta a rivolgersi alla Spd. I cristiano-sociali hanno fatto importanti concessioni alla sinistra, che faciliteranno l'approvazione dell'accordo da parte degli iscritti socialdemocratici (474 mila).
Secondo fonti interne alla Cdu-Csu, il partito ha accettato di istituire un salario minimo garantito di 8,50 euro all'ora a partire dal 2015. La misura era stata uno dei punti centrali del programma della Spd e condizione necessaria per l'accordo di Grosse Koalitionen. I socialdemocratici hanno ottenuto anche un aumento delle pensioni per i lavoratori più deboli e le madri di famiglia e la possibilità di andare in pensione a 63 anni per chi ha 45 anni di contributi.
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