Francia, caccia al rapper Kassim: «È il mandante degli attentati dell'Isis»

Francia, caccia al rapper Kassim: «È il mandante degli attentati dell'Isis»
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Lunedì 12 Settembre 2016, 21:33 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 20:16

È lui il nemico pubblico numero uno. Ex animatore, rapper (cantava fra l'altro «Io sono un terrorista»), convertito all'islam, Rachid Kassim, 29 anni, padre di tre figli è nel mirino dei servizi francesi. Nel Paese in stato d'emergenza la tensione resta altissima. A Le Havre, il grande porto affacciato sull'Atlantico, un ragazzo di 23 anni ha ucciso la madre che le impediva di partire a combattere per la jihad in Siria. I fatti risalgono alle 5:30 di lunedì mattina. Disperata, la signora sessantenne si è opposta fino all'ultimo alle velleità del figlio radicalizzato ma non c'è stato niente da fare. Lui l'ha uccisa strangolandola con un laccio. Il ragazzo è stato arrestato poco dopo dalle forze dell'ordine.

Secondo fonti di polizia citate da France Info in passato aveva sofferto di problemi psichici ed è stato lui stesso ad avvertire la Police Nationale. Alcuni conoscenti parlano di "cambiamenti" di personalità da circa un anno. Pare che negli ultimi tempi avesse smesso di uscire con gli amici e quest'estate è andato in vacanza da solo. Quanto a Rachid Kassim è ormai praticamente certo: è lui il sobillatore, il mandante e l'istigatore della maggior parte degli ultimi attentati, da Nizza all'uccisione del prete a Rouen, dall'assassinio di una coppia di poliziotti a Magnanville a giugno, fino al commando di donne che ha lasciato bombole di gas nell'auto parcheggiata a Notre-Dame. Atroci imprese di morte che "telecomandava" dai feudi dell'Isis.

Kassim è alla macchia dopo essere partito nel 2012 per la zona fra Siria e Iraq per combattere la jihad. Dal 2015 è assiduo sui social network per esortare i jihadisti in Francia a passare all'azione, dare istruzioni, mettere in contatto le cellule terroristiche. Il suo terreno d'azione è soprattutto Telegram, il servizio codificato di posta internet preferito dai terroristi perché il più «blindato» nei confronti dell'esterno. A Parigi, le tre donne fermate nell'ambito delle indagini sugli attacchi sventati a Notre-Dame e alla Gare de Lyon sono state deferite presso il tribunale in vista dell'iscrizione nel registro degli indagati da parte dei giudici antiterrorismo. Inès Madani (19 anni), Sarah H. (23 anni) e Amel S. (39 anni), questo il nome delle tre jihadiste, erano state fermate giovedì sera nell'Essonne.

Presentato in tribunale anche un quarto uomo, Mohamed Lamine A., 22 anni, compagno di Sarah H. nonché fratello di uno degli indagati nel dossier riguardante l'attentato perpetrato a giugno a Magnanville da Larossi Aballa. Un'altra donna, Ornella Gilligmann, 29 anni, è già stata posta sotto esame nel fine settimana. Tra l'altro, oggi è comparso davanti al giudice anche il quindicenne fermato questo weekend nel cuore di Parigi e sospettato di voler passare all'azione. Lasciata invece libera una delle figlie minorenni di Amel S.

Secondo dati forniti dal premier Manuel Valls sono 15.000, e non diecimila come stimato inizialmente, gli individui radicalizzati. «La minaccia è massima», ha ribadito il primo ministro.

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