Panama Papers, governo collabora sui conti correnti offshore dei potenti. Russia: «Manovra contro Putin»

Panama Papers, governo collabora sui conti correnti offshore dei potenti. Russia: «Manovra contro Putin»
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Lunedì 4 Aprile 2016, 13:46 - Ultimo aggiornamento: 19:00
Il governo di Panama annuncia di essere pronto a cooperare sul caso dei cosiddetti 'Panama Papers' e ricorda di aver dimostrato nei quasi due anni di mandato del presidente Juan Carlos Varela di essere assolutamente impegnato sul fronte della trasparenza. Come dimostra anche l'uscita del Paese a febbraio dalla lista nera del Gafi, il Gruppo di azione finanziaria internazionale che promuove politiche contro il riciclaggio di denaro.

«Il governo - si legge in una nota della Presidenza - conduce una politica di tolleranza zero rispetto ad ogni aspetto del sistema legale o finanziario che non abbia alti livelli di trasparenza. Si coopererà con forza su qualsiasi richiesta o assistenza che sarà necessaria nel caso in cui si arrivasse ad un procedimento giudiziario». La Presidenza ricorda quindi che, «nell'ambito dell'attuazione della supervisione e del contrasto alle attività illecite, sono state approvate sette nuove leggi che comprendono nuovi reati, così come la regolamentazione dei settori finanziari non tradizionali, come le società di avvocati e le attività immobiliari, al fine di accrescere la trasparenza e combattere l'uso inadeguato del nostro centro finanziario».


Il Cremlino prevede in futuro altri «attacchi mediatici» al presidente Vladimir Putin e giudica l'inchiesta Panama Papers un modo per attaccare «la stabilità del Paese». Così il portavoce di Putin Dmitri Peskov, secondo il quale si è reso necessario denigrare Putin in seguito ai «successi dell'esercito russo in Siria e alla liberazione di Palmira, passata sotto silenzio dai media occidentali». 
«A Mosca sappiamo bene chi fa parte di questa cosiddetta comunità giornalistica - ha continuato Peskov parlando dell'International Consortium - Ci sono molti giornalisti la cui occupazione principale non è il giornalismo, ci sono molti ex rappresentanti del dipartimento di Stato, Cia e altri servizi speciali». «In Russia - ha detto Peskov - si sa chi finanzia questi giornalisti e la loro metodica è abbastanza prevedibile».

Non solo Putin. Il 'ramo russo' dell'inchiesta Panama Papers, pubblicato da Novaya Gazeta, è pieno infatti di nomi importanti della politica russa. Non sempre, si sottolinea, il fatto di avere conti offshore ha rilevanza dal punto di vista legale. Detto questo, nei file spunta la moglie del portavoce di Putin Dmitri Peskov, Tatiana Navka, il figlio del ministro per lo Sviluppo Economico Alexei Ulyukayev, l'ex moglie del vice sindaco di Mosca Maxim Liksutov, il nipote del segretario del Consiglio di Sicurezza della Russia Nikolai Patrushev, il figlio del vice ministro dell'Interno Igor Zubov nonchè governatori e deputati.

Ucraina. Il deputato nazionalista Oleg Liashko ha chiesto l'impeachment contro il presidente ucraino Petro Poroshenko, anche lui coinvolto nello scandalo dei Panama Papers, dove è accusato di aver creato una società offshore evadendo milioni di dollari di tasse. La procedura di impeachment contro il presidente richiede il voto di tre quarti dei deputati e la fazione di Poroshenko ha 136 seggi su 450 in parlamento. Il procuratore generale Vladislav Kutsenko difende Poroshenko e sostiene che non vi sono «elementi di reato». «Diventando presidente, mi sono allontanato dalla gestione delle attività, affidandole a società giuridiche e di consulenza»: il presidente ucraino Petro Poroshenko cerca così di lavarsi le mani dallo scandalo dei Panama Papers. In un post su Facebook, si è augurato che siano queste società di consulenza a fornire «risposte esaustive alla stampa ucraina e internazionale».

Ci sono anche Pedro Almodovar e suo fratello Agustin nelle liste dei Panama Papers. Lo rivela il quotidiano spagnolo El Mundo. Il nome del regista viene collegato alla società Glen Valley Corporation, registrata alle isole Vergini nel 1991. Interpellato dalla stampa il portavoce di Almodovar non ha voluto commentare le notizie limitandosi a dichiarare che «la casa di produzione El Deseo, così come Pedro e Agustin Almodovar, sono in regola con i loro obblighi fiscali». Pedro Almodovar e il fratello Agustin hanno respinto ogni accusa sottolineando di essere «in regola con il pagamento delle tasse». Lo riporta il quotidiano argentino El Clarin. Per lo spagnolo El Confidencial, tuttavia, il fratello del regista avrebbe ammesso di aver messo su la società offshore in questione nel 1991 ma di averla subito chiusa perchè «non andava bene per il suo modo di lavorare».

Anche il nome del presidente della Camera dei deputati brasiliana, Eduardo Cunha - uno dei principali oppositori del governo di Dilma Rousseff e fautore del processo di impeachment contro la presidente - figura nei 'Panama Papers'. Secondo O Estado de S.Paulo - uno dei quotidiani parte della rete globale di giornalisti che ha portato alla luce lo scandalo - lo studio legale panamense Mossack Fonseca avrebbe aperto 107 offshore per almeno 57 imprese e individui citati nella 'Lava-Jato', l'inchiesta sui fondi neri Petrobras. Della lista dei Panama Papers fanno parte politici (e loro parenti) di almeno sette partiti, tanto di maggioranza quanto di opposizione. Tra le più importanti imprese brasiliane citate c'è poi Odebrecht, la maggiore holding nazionale del settore edile, accusata dagli inquirenti della Mani Pulite verde-oro di aver comandato un cartello di aziende che si aggiudicava gli appalti pubblici in cambio di mazzette.


Lo scandalo dei Panama Papers non risparmia il Giappone e coinvolge i vertici della Secom, il gruppo leader al mondo della sorveglianza privata e commerciale. Il fondatore 83enne Mokoto Iida e un alto ex-funzionario dell'azienda, sono tra i clienti individuati dello studio legale Mossack Fonseca, il gruppo che si occupa di creare e gestire per conto dei suoi assistiti società in paradisi fiscali. In base ai documenti resi pubblici dalla Kyodo News, i fondatori della Secom avevano dato in gestione allo studio oltre 70 miliardi di yen (550 milioni di euro) delle loro partecipazioni azionarie per effettuare investimenti in paradisi fiscali. La documentazione mostra come i due dirigenti abbiano creato una serie di società a proprio nome e dei familiari nel corso degli anni 90 nelle Isole Vergini britanniche e l'Isola di Guernsey, con lo scopo di ripartire le partecipazioni azionarie tra gli eredi della famiglia prima della loro morte. Secondo Tasuku Honjo, professore emerito di Economia alla Università di Nagoya, il sistema impiegato dai due fondatori probabilmente aveva l'unico scopo di ridurre il carico fiscale sulle quote azionarie lasciate in eredità ai familiari, dal momento che in Giappone la tassa di successione è piuttosto elevata. La stessa Secom, interpellata dalla Kyodo News, dichiara che le transazioni finanziarie eseguite in quei paesi dai fondatori sono in linea con le procedure legali, e che le autorità fiscali e i giuristi consultati non hanno espresso dubbi sulla conformità dei procedimenti.

Montezemolo. «Nè Montezemolo nè la sua famiglia possiedono alcuna società offshore». È quanto spiegano ambienti vicini a Luca Cordero di Montezemolo in merito ai 'Panama Papers', i documenti dello studio legale Mossack Fonseca, con base a Panama consultati dall'International consortium of investigative journalists cui partecipa l'Espresso.​

L'attaccante del Barcellona, Leo Messi, ha intenzione di presentare una denuncia contro il Consorzio internazionale dei giornalisti d'inchiesta (ICIJ) e il giornale tedesco 'Süddeutsche Zeitung', secondo il quotidiano 'Sport'. Secondo le informazioni di 'El Confidencial' e 'La Sextà, Messi e suo padre costituirono la società panamense nel 2013 e mediante la stessa avrebbero continuato a fatturare i diritti di immagine alle spalle del Tesoro spagnolo. Il padre del giocatore e lo stesso giocatore hanno in programma di presentare una denuncia per dimostrare che nulla di quello che è contenuto in quello che è uscito sui media, sia vero e, allo stesso tempo, rilasceranno una dichiarazione sul caso. La Corte di Barcellona ha fissato per il 31 maggio l'inizio del processo contro Messi e il padre Jorge Horacio Messi, accusati di aver frodato il Fisco per 4,1 milioni di euro tra il 2007 ed il 2009. È previsto che si andrà avanti fino al 3 giugno, con il giocatore argentino del Barca che potrebbe sedersi sul banco degli imputati tre giorni dopo la finale di Champions League (28 maggio a Milano) e tre giorni dopo che l'Argentina ha iniziato la preparazione per la partecipazione alla Coppa America del Centenario che si giocherà negli Stati Uniti.

L'ex calciatore francese Michel Platini, attualmente sospeso dalle sue funzioni di presidente della Uefa, ha detto che i suoi conti bancari in Svizzera, finiti nello scandalo 'Panama Papers', erano già noti alle autorità. Secondo i documenti pubblicati dal Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ) e dal giornale tedesco 'Sueddeutsche Zeitung' Platini paga le tasse in Svizzera dal 2007. L'avvocato del francese ha anche chiesto che venga rispettato il diritto del suo cliente davanti a «possibili informazioni false, accuse e calunnie che sono pubblicate come parte di questo lavoro giornalistico». Panama Papers ha rivelato che decine di politici, atleti e grandi personalità sarebbero coinvolti nella gestione di conti offshore. La ricerca si basa su documenti della società panamense Mossak Fonseca che sono filtrati. Platini, 60 anni, ha presieduto la Uefa tra il 2007 ed il 2015, quando è stato sospeso da ogni attività calcistica con l'accusa di corruzione. Il francese è stato poi punito con sei anni di squalifica da parte del comitato etico della Fifa, ed ha fatto appello alla Corte di Arbitrato per lo Sport (Tas).

Bufera anche su una sfilza di notabili del Partito Conservatore britannico.
Nomi che attirano le prime critiche su David Cameron, sebbene molti media londinesi preferiscano lasciare in secondo piano il coinvolgimento di spezzoni dell'establishment locale e concentrarsi soprattutto sui sospetti su leader stranieri: in particolare Vladimir Putin. L'Independent dà tuttavia voce alla stoccata del cancelliere dello scacchiere ombra dell'opposizione laburista, John McDonnell, al premier: accusato di non aver mantenuto la promessa «di mettere fine al segreto fiscale e di colpire il ricorso a schemi off-shore moralmente inaccettabili». Inazione a cui fa da sfondo la presenza di suo padre e di nomi 'eccellenti' del mondo conservatore nello scandalo: da Lord Ashcroft, già finanziatore e mentore proprio di Cameron, alla baronessa Pamela Sharples, a Michael Mates, ex deputato e tesoriere Tory.
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