ROMA - Non c'è più solo l'indignazione pietrificata davanti alle distruzioni dell'Isis fermatesi per ora sui resti di Palmira. Un passo avanti, molto importante, è stato compiuto per la tutela del patrimonio culturale del mondo, specchio stesso dell'umanità. Prende infatti corpo la proposta tutta italiana di istituire i caschi blu della cultura. Il prima via libera è avvenuto l'altra notte a Parigi, quando il Consiglio esecutivo dell'Unesco, organismo Onu che si occupa della cultura nel mondo, ha infatti approvato, e per acclamazione, proprio la risoluzione presentata dall'Italia, co-firmata da altri 53 Stati e sostenuta dai membri permanenti del Consiglio di sicurezza.
Il piano, descritto nella risoluzione e anticipato dal premier Renzi nel discorso alle Nazioni unite alla fine di settembre, prevede di creare una task force internazionale che, all'interno delle missioni di pace Onu, operi per la tutela e la ricostruzione dei siti archeologici e delle opere d'arte attaccate dal terrorismo.
E impegna gli stati membri a mettere a punto strategie concrete per implementare un rapido intervento e mobilitazione di esperti internazionali, con il coordinamento dell'Unesco e in collaborazione con le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali.
Quando, quanto, dove e come interverranno i nuovi Monuments men, è tutto da vedere.
Il voto dell'Unesco «è un riconoscimento importante per il nostro Paese - ha commentato il presidente della Repubblica Mattarella a Pisa dove ha partecipato a un omaggio all'archeologo Khaled Al Asaad, assassinato a Palmira - che stimola l'Italia a impegnarsi ulteriormente per il rispetto dei beni culturali. Non a caso in Italia abbiamo la parte più consistente del patrimonio culturale del mondo e ne abbiamo la responsabilità». Soddisfatto anche il ministro Gentiloni: «L'Italia è in prima linea per la cultura». «È una vittoria italiana per la cultura dell'umanità» ha commentato anche Francesco Rutelli, che a Parigi ha portato al direttore generale dell'Unesco, Irina Bukova, l'appello per la tutela del patrimonio culturale firmato dai più grandi rappresentanti della cultura italiana nel mondo, da Riccardo Muti a Paolo Matthiae.
Proprio l'archeologo, direttore della missione archeologica della Sapienza in Siria, nonché celebre scopritore di Ebla, ha salutato la notizia come «novità sostanziale». «Certo è che in una situazione di guerra civile senza quartiere come quella in Siria i caschi blu della cultura dovranno agire all'interno di una missione militare sotto l'egida dell'Onu - ha chiarito Matthiae che oggi sarà al Maker Faire di Roma per la ricostruzione di ciò che è stato distrutto in Siria - Ma si è stabilito che la distruzione del patrimonio culturale è un crimine contro la civiltà e dunque l'umanità».