Brexit in bilico nei sondaggi, Cameron avverte: uscita irreversibile

Brexit in bilico nei sondaggi, Cameron avverte: uscita irreversibile
di Cristina Marconi
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Mercoledì 22 Giugno 2016, 09:52 - Ultimo aggiornamento: 23 Giugno, 09:54

LONDRA Votare al referendum sull'Unione europea guardando al lungo termine, pensando ai propri figli e nipoti e al paese che si lascia alle generazioni future. Con un occhio all'immediato: se il voto per il fronte Remain prevarrà, ci sarà un boom di investimenti e di fiducia nei confronti del Regno Unito, con benefici economici a strettissimo giro. Al contrario, l'uscita dalla Ue sarebbe «irreversibile». È quanto ha chiesto il primo ministro britannico David Cameron agli elettori a due giorni da un referendum in cui i sondaggi continuano a descrivere un sostanziale testa a testa, con il fronte pro-Ue di nuovo in vantaggio di un punto, al 45% contro il 44% secondo Survation e lo scenario esattamente opposto riferito dal Financial Times.

DOWNING STREET
Parlando davanti alla sua residenza di Downing Street, Cameron ha esortato a mettere da parte le opinioni sul suo operato e a considerare il fatto che «ogni premier vivente, sia esso laburista o conservatore, è convinto che sia meglio restare nell'Unione europea». Successivamente in una serie di interviste ai principali quotidiani tra cui il FT, ha ammesso che «i due fronti sono molto vicini, nessuno sa quello che succedera». Un nervosismo, quello del premier, che il fronte Leave non ha mancato di sottolineare, aggiungendo che il dado è tutt'altro che tratto nonostante gli allibratori continuino a scommettere su un risultato positivo per l'Unione europea. Sebbene il leader laburista Jeremy Corbyn abbia annunciato che voterà Remain, il suo contributo alla campagna referendaria è stato molto flebile, come gli è stato fatto notare da più membri del suo partito, e non ha ripreso quota dopo un intervento televisivo su Sky in cui ha dichiarato di «non essere un amante dell'Unione europea». E' stato il sindaco di Londra Sadiq Khan a dover difendere Bruxelles da sinistra nel corso di un dibattito con il suo predecessore e capofila dei brexiters, Boris Johnson, davanti a 6mila persone allo stadio di Wembley. Ma nella giornata di ieri sono stati numerosi i personaggi pubblici che si sono espressi a favore della permanenza del Regno Unito nell'Unione europea.

Tra questi è spiccata la presa di posizione di David Beckham, che prendendo spunto dal tentativo del fronte Leave di usare una vecchia intervista delle Spice Girls per sostenere l'uscita dalla Ue, ha sottolineato come lui e sua moglie Victoria siano a favore del Remain, come buona parte del mondo del calcio e della moda. Citando le sue esperienze a Milano, Madrid e Parigi, ha messo in evidenza come «viviamo in un mondo vibrante e interconnesso in cui insieme siamo più forti», suscitando prontamente le ire del fronte euroscettico, che ha invece dato ampio spazio ad un aneddoto sulla regina Elisabetta II raccontato dal suo biografo Robert Lacey. La sovrana avrebbe recentemente chiesto ai suoi commensali «tre buone ragioni per le quali il Regno Unito dovrebbe essere parte dell'Europa», secondo lo scrittore, che in un blog sul Daily Beast ha aggiunto come «le simpatie della regina, come quelle dei suoi sudditi, hanno a volte teso verso la Brexit». Buckingham Palace ha prontamente smentito, ricordando come la regina «sia al di sopra della politica», ma non è la prima volta che circolano voci di una freddezza della sovrana nei confronti del progetto europeo. E gia' nel caso del referendum sulla Scozia del settembre 2014 Elisabetta II fece una dichiarazione in cui, in filigrana, si leggeva il suo invito a non votare a favore dell'indipendenza. Con il risultato di far spostare il voto a favore dell'unione.
 

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