Il documento/ «I giorni migliori davanti a noi, lo vuole il popolo»

di Theresa May
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Giovedì 30 Marzo 2017, 00:47
Caro Presidente Tusk, il 23 giugno dello scorso anno il popolo del Regno Unito ha votato per lasciare l’Unione Europea. Come ho detto in passato, questa decisione non è stata un rifiuto dei valori che condividiamo come compagni europei. Né è stata un tentativo di danneggiare l’Unione Europea o alcuno dei suoi Stati membri rimanenti.

Al contrario, il Regno Unito vuole che l’Unione europea abbia successo e prosperi. Piuttosto, il referendum è stato un voto per ripristinare la nostra autodeterminazione nazionale come la intendiamo. Stiamo lasciando l’Unione europea, ma non stiamo lasciando l’Europa, e vogliamo rimanere partners e alleati impegnati per i nostri amici in tutto il continente. [...]

Oggi, quindi, sto scrivendo per dare seguito alla decisione democratica del popolo del Regno Unito. Con questa mia notifico al Consiglio europeo, in accordo con l’articolo 50 del Trattato l’intenzione del Regno Unito di ritirarsi dall’Unione europea. In aggiunta, notifico con questa mia anche l’intenzione del Regno Unito di ritirarsi dalla Comunità europea dell’energia atomica. [...]
La lettera definisce l’approccio del governo di Sua maestà alle discussioni che avremo sulla partenza del Regno Unito dall’Unione europea e sulla relazione profonda e speciale di cui speriamo di godere con l’Unione europea una volta che ne usciremo. Riteniamo che questi obiettivi siano nell’interesse non solo del Regno Unito ma anche dell’Unione europea e del mondo intero. [...]Vogliamo essere certi che l’Europa rimanga forte e prospera e che sia capace di proiettare i suoi valori, fare da guida nel mondo e difendersi dalle minacce alla sua sicurezza. [...]Riteniamo quindi che sia necessario mettersi d’accordo sui termini della nostra relazione futura così come su quelli del nostro ritiro dall’Unione. 
Il governo vuole avvicinarsi a questa discussione in modo ambizioso, dando ai cittadini e alle imprese nel Regno Unito e nella Ue il massimo della certezza possibile, prima possibile. [...]

Il processo nel Regno Unito 
Come ho già annunciato, il governo farà una proposta legislativa per revocare l’atto del parlamento del 1972 che dà effetto alla legge europea nel nostro paese. Questa legge, quando sarà pratico e opportuno, convertirà in effetti il corpus della legge europea esistente, “l’acquis”, in legge britannica. Questo significa che ci saranno certezze per i cittadini europei e per chiunque proveniente dall’Unione europea che abbia attività nel Regno Unito. Il governo si consulterà su come delineare e attuare questa legge, e pubblicheremo un Libro Bianco domani. Intendiamo anche avanzare diverse altre proposte di legge per affrontare questioni specifiche legate alla nostra partenza dall’Unione europea, anche con l’obiettivo di assicurare continuità e certezza, in particolare per le imprese. Naturalmente continueremo a adempiere alle nostre responsabilità da Stato membro mentre resteremo parte dell’Unione europea, e la proposta di legge che avanziamo non avrà effetto fino a quando non ce ne andremo. 

[...]Per quanto riguarda il rientro dei poteri nel Regno Unito, terremo delle consultazioni piene su quali poteri debbano risiedere a Westminster e quali debbano essere devoluti alla Scozia, al Galles e all’Irlanda del Nord. Ma il governo si aspetta che l’esito di questo processo comporti un aumento significativo del potere decisionale di ogni amministrazione delegate. 

Negoziati tra il Regno Unito e la Ue
Il Regno Unito vuole convergere con la Ue su una relazione profonda e speciale che consideri sia la cooperazione economica che quella sulla sicurezza. [...]Se, tuttavia, lasciamo l’Unione europea senza un accordo, la posizione di default è che saremo costretti a negoziare secondo i termini del WTO. In termini di sicurezza un fallimento nel raggiungere un accordo significherebbe che la nostra cooperazione nella lotta contro il crimine e il terrorismo verrebbe indebolita. In questo tipo di scenario, sia il Regno Unito che l’Unione europea potrebbero naturalmente adattarsi al cambiamento, ma non è l’esito che nessuna delle parti dovrebbe auspicare. Dobbiamo quindi lavorare duro per evitare questo esito. 
E’ per queste ragioni che vogliamo essere in grado di raggiungere una relazione profonda e speciale, che tenga conto sia della cooperazione economica che di quella di sicurezza, ma è anche perché vogliamo svolgere il nostro ruolo per essere certi che l’Europa rimanga forte e prospera e capace di guidare il mondo, proiettando i suoi valori e difendendosi dalle minacce alla sua sicurezza. [...]
In vista dei negoziati che inizieranno presto, vorrei suggerire alcuni principi sui quali potremmo convenire per fare in modo che il processo sia più scorrevole e fecondo possibile. 

1) Dovremmo relazionarci gli uni con gli altri in modo costruttivo e rispettoso, in uno spirito di sincera cooperazione. Da quando sono diventata premier del Regno Unito, ho ascoltato attentamente Lei, i miei colleghi leader europei e i presidenti della Commissione e del Parlamento. E’ per questo che il Regno Unito non vuole rimanere parte del mercato unico: comprendiamo e rispettiamo la vostra posizione secondo cui le quattro libertà del mercato unico sono indivisibili e che non si possono scegliere una per una. Comprendiamo anche che ci saranno delle conseguenze per il Regno Unito quando lascerà l’Unione. Sappiamo anche che le società britanniche, nel condurre scambi con la Ue, dovranno accettare di essere sottoposte alle regole di istituzioni delle quali non sono più parte [...]. 

2) Dovremmo sempre mettere i nostri cittadini al primo posto. Ci sono delle ovvie complessità nei negoziati che stiamo per intraprendere, ma dovremmo ricordarci che al cuore dei nostri negoziati ci sono gli interessi di tutti i nostri cittadini. Ci sono, ad esempio, molti cittadini degli Stati membri rimanenti che vivono nel Regno Unito, e cittadini britannici che vivono in altre parti dell’Unione, e dovremmo puntare a raggiungere presto un accordo sui loro diritti. 3) Dovremo lavorare per raggiungere un accordo comprensivo. Vogliamo raggiungere una relazione profonda e speciale tra Regno Unito e Ue che consideri la cooperazione economica e quella sulla sicurezza.[...]

4) Dovremmo lavorare insieme per minimizzare i disturbi e dare il massimo della certezza possibile. Gli investitori, le imprese e i cittadini sia nel Regno Unito che nei rimanenti ventisette stati membri della Ue vogliono essere in condizione di pianificare. Per evitare bruschi cambiamenti, mentre andiamo dalla nostra relazione attuale alla nostra partnership futuro, la gente e le imprese sia nel Regno Unito che nella Ue trarrebbero beneficio da un periodo di implementazione per adattarsi in maniera scorrevole e ordinata alle nuove regole. [...]

5) In particolare, dobbiamo fare attenzione alla relazione unica del Regno Unito con la Repubblica Irlandese e l’importanza del processo di pace in Irlanda del Nord. La Repubblica d’Irlanda è l’unico paese membro della Ue che abbia un confine di terra con il Regno Unito. Vogliamo evitare il ritorno ad una frontiera tra i due paesi, in modo da continuare a mantenere l’area comune di viaggio tra di noi, e essere certi che il ritiro del Regno Unito dalla Ue non danneggi la Repubblica d’Irlanda.[...] 

6) Dovremmo iniziare dei negoziati tecnici su aree di policies dettagliate il prima possibile, ma dovremmo dare la priorità alle sfide più grandi. Convenire su un approccio di alto livello sulle questioni legate al nostro ritiro sarà naturalmente una delle prime priorità. Ma proponiamo anche un audace e ambizioso accordo di libero scambio tra il Regno Unito e l’Unione europea. Questo dovrebbe essere di più grande portata e ambizione di qualsiasi accordo di questo tipo mai approvato prima, così che copra settori cruciali per le nostre economie come i servizi finanziari e le industrie di rete. 

7) Dovremmo continuare a lavorare insieme per portare avanti e proteggere i nostri valori europei condivisi. Forse ora più che mai, il mondo ha bisogno dei valori liberali e democratici dell’Europa. [...]
Il compito davanti a noi è gravoso ma non fuori dalla nostra portata. Dopo tutto, le istituzioni e i leaders dell’Unione europea hanno avuto successo nel portare insieme un continente piegato dalla guerra in un’unione di nazioni pacifiche e sostenuto la transizione dalle dittature alla democrazia. Insieme, so che siamo capaci di raggiungere un accordo sui diritti del Regno Unito e sui suoi obblighi come stato membro in partenza. Mentre creiamo una relazione profonda e speciale che contribuisca alla prosperità, sicurezza e potere globale del nostro continente. 
(Traduzione di Cristina Marconi)
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