Afghanistan, esplosione a Kabul: 95 morti e 1638 feriti

Afghanistan, esplosione a Kabul: 95 morti e 1638 feriti
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Sabato 27 Gennaio 2018, 10:10 - Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 14:37

La vita di Kabul è stata nuovamente sconvolta oggi dai talebani che hanno messo a segno un cruento attentato esplosivo nella zona di massima sicurezza della città, davanti alla vecchia sede del ministero dell'Interno, falciando la vita di civili innocenti e membri delle forze di sicurezza. Il bilancio, ancora provvisorio, è di almeno 95 morti e 163 feriti. La parte più riprovevole di questa ennesima operazione terroristica, universalmente condannata, è che per raggiungere il loro obiettivo gli insorti, sfruttando la presenza nella zona dell'ospedale Jamhuriat, hanno utilizzato una ambulanza-bomba. E hanno fatto credere ai soldati, che presidiavano il primo check-point, di aver a bordo un ferito. 
 

 

Un trucco che ha permesso al kamikaze di avanzare sulla Sadarat Square verso un secondo posto di controllo dove, scoperto e bloccato, è riuscito comunque a produrre l'esplosione che ha causato la tragedia. L'uso di un veicolo normalmente utilizzato per portare sollievo alle persone in pericolo di vita ha raddoppiato la durezza delle riprovazioni nazionali ed internazionali. Fra cui quella del ministro degli Esteri italiano Angelino Alfano per il quale «il nuovo attentato talebano a Kabul è un'ulteriore prova della disumanità e viltà del terrorismo». In un comunicato il Comitato internazionale della Croce Rossa ha sostenuto da parte sua che «l'uso di un'ambulanza nell'attacco a Kabul è straziante. Potrebbe rappresentare una violazione del Diritto umanitario internazionale nella figura della "perfidia"». Ossia «per aver simulato uno statuto protetto mediante l'utilizzazione dei relativi segni distintivi e emblemi».

Lo scoppio, avvenuto all'inizio del pomeriggio, ha provocato una densa colonna di fumo nero visibile in tutta la capitale, ed ha gravemente danneggiato gli edifici circostanti, fra cui lo stesso ospedale Jamhuriat, l'ex ministero dell'Interno utilizzato ora dalla Direzione nazionale della sicurezza (Nds, servizi di intelligence) e la sede dell'Alto Consiglio per la pace. A distanza di 100-200 metri hanno rischiato molto ma subito solo lievi danni la delegazione dell'Unione europea, il servizio consolare dell'India e l'ambasciata dell'Indonesia. È stato subito chiaro che non si trattava di un attentato ordinario ma di un attacco mirante ad uccidere il maggior numero di persone possibile. Per almeno tre ore le ambulanze di tutti gli ospedali cittadini hanno fatto la spola per caricare e scaricare i cadaveri dei morti e i corpi dei feriti. Anche il Centro medico di Emergency di Gino Strada si è immediatamente mobilitato, e dopo aver ricevuto sette persone decedute e 70 con ferite di varia gravità, ha dovuto annunciare di non essere più in grado di assorbire altri pazienti. Sconsolato, uno dei suoi responsabili, Dejan Panic si è limitato a commentare: «È stato un massacro».

In un comunicato il portavoce degli insorti, Zabihullah Mujahid, ha trionfalmente evocato l'uccisione di «funzionari, operai e agenti di polizia del ministero» (usciti per la pausa pranzo) stigmatizzati come «servi del nemico». Gli ha risposto il vice portavoce del ministero dell'Interno, Nasrat Rahimi, comunicando ai media che «la maggior parte dei morti nell'attacco sono civili, anche se ovviamente ci sono anche vittime militari». Adesso per il governo afghano è davvero emergenza sicurezza perchè in una settimana ha dovuto affrontare anche uno spettacolare attacco lo scorso weekend con 40 vittime (14 stranieri) all'Hotel Intercontinental di Kabul, rivendicato dai talebani, e mercoledì un assalto dell'Isis agli uffici della ong Save The Children a Jalalabad City, nell'est del Paese, con sei morti.

 

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