Ora alla frontiera tra Italia e Francia è come se si stesse giocando una partita a ping-pong con i profughi come palline. La Francia sta continuando la politica delle riammissioni: trova migranti irregolari sul suo territorio e li manda in Italia perchè da lì sono arrivati, dicono le autorità transalpine.
La polizia di frontiera italiana controlla i documenti dei migranti "inviati" in Italia e se non fanno parte di quelli che veramente dall'Italia sono transitati li fa tornare oltre frontiera, a Mentone.
Un invito ad "aprirsi" arriva dai vescovi francesi che hanno affidato il loro pensiero all'Osservatore romano. «I migranti - scrivono i vescovi - non sono problemi, ma uomini, donne, bambini: sono esseri umani. Non devono essere considerati in primo luogo come un rischio o un potenziale attentato alla sovranità nazionale. Occorre uscire da una logica del fenomeno migratorio esclusivamente di sicurezza o di polizia». In attesa della fine di questa situazione, si contano i giorni del blocco a Ventimiglia: già una settimana, con un centinaio di irriducibili accampati sugli scogli della frontiera a Ponte san Ludovico, con altre centinaia sistemati alla stazione di Ventimiglia e in altri locali.
Oggi per assistere i bambini sono arrivati anche i volontari dell'Unicef, mentre a sostenere gli altri ci hanno pensato anche quelli di Music for peace, partiti da Genova. Intanto la vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani invita ogni Regione a fare la sua parte e la presidente della Camera Laura Boldrini sottolinea che la situazione coi migranti che sta vivendo l'Italia «non è di emergenza perchè l'emergenza è dove c'è la guerra. L'emergenza c'è nel Mediterraneo dove sono morte 1.200 persone».
Tra parole, respingimenti e riammissioni la vita dei profughi a Ventimiglia va avanti tra preghiere, Ramadan, malori, scabbia e un internet point allestito in modo 'volantè dai volontari con un pc portatile per permettere ai migranti di parlare con i familiari.