È morto l'etologo Danilo Mainardi
ambientalista e amico degli animali

È morto l'etologo Danilo Mainardi ambientalista e amico degli animali
di Riccardo Tagliapietra
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Mercoledì 8 Marzo 2017, 12:58 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 19:01

«Quando capiremo, a fatti e non a parole, che le scelte esercitate contro gli animali sono anche scelte contro di noi?». Così amava ricordare Danilo Mainardi, il padre dell'etologia, naturalista, morto mercoledì a Venezia, dopo una lunga malattia. Ad annunciarlo è stata la Lipu, l'associazione animalista della quale Mainardi era stato presidente e di cui era presidente onorario. Mainardi era nato a Milano il 25 novembre 1933. Fin da piccolo aveva nutrito la passione per il disegno degli animali, trasmessa dal papà pittore. Molti dei suoi libri scientifici scritti durante la sua carriera accademica, infatti, sono arricchiti con le sue rappresentazioni di animali. E proprio così sono in molti a ricordarlo anche oggi, come la moglie che ha raccontato alle agenzie che Danilo se ne è andato sereno, sorridendole.

 

Durante la guerra, la famiglia di Mainardi, si trasferisce da Milano a Soresina, un paesino nella campagna in provincia di Cremona. E' qui che il piccolo Danilo entra in contatto con la natura. Una passione che si traduce prima nel desiderio di fare il pastore, poi il veterinario, fino all'università, quando sceglie di fare lo zoologo. Negli anni il suo curriculum si arricchisce di molte esperienze. Durante gli studi si unisce al gruppo di studio dello zoologo Bruno Schreiber e al corso di genetica tenuto da Luigi Luca Cavalli-Sforza. Sono molte le sue ricerche. Nell'Università di Parma insegnerà dal 1967 fino al 1992 Zoologia, Biologia generale ed Etologia. Dal 1973 è direttore della Scuola internazionale di etologia del Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana di Erice. Per diventare professore ordinario di Ecologia comportamentale, di cui è divenuto poi professore emerito e di Biologia presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell'Università Ca' Foscari di Venezia.

Al suo attivo aveva 200 pubblicazioni scientifiche. E poi c'era la carriera di divulgatore, iniziata negli anni Ottanta, sui giornali e in tv. Con un tono semplice e pacato, ma pieno di passione e competenza, raccontava al grande pubblico i segreti del mondo animale. A lanciarlo era stato soprattutto Piero Angela, a Quark e SuperQuark. Un sodalizio andato avanti vent'anni, cementato da una amicizia profonda.

Mainardi ha sempre sostenuto il vegetarianismo, anche se non lo fu mai completamente a causa delle necessità imposte dalla sua salute: nei suoi studi però sottolineava come la specie umana non fosse per sua sua natura vegetariana. Una scelta etica, quindi, che non mirava all'eliminazione del consumo di carne (seppure ne consigliasse, per motivi di salute, una riduzione), bensì a un maggiore rispetto della vita degli animali. Nemico dei circhi e delle corride, amava la pet therapy, ma non escludeva la sperimentazione sugli animali, visto che lui stesso ne fu protagonista, anche se sosteneva che andava limitata. In una delle ultime interviste aveva detto che gli sarebbe piaciuto reincarnarsi in un uccello,
«per poter volare».

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