Vaccini, rinviata la decisione della Corte costituzionale sul ricorso del Veneto

Vaccini, rinviata la decisione della Corte costituzionale sul ricorso del Veneto
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Martedì 21 Novembre 2017, 22:12 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 13:55
E' stata rimandata al 22 novembre, mercoledì, la decisione della Corte costituzionale italiana sul ricorso presentato dalla Regione Veneto che ha sollevato conflitto di attribuzione contro la nuova norma che impone l'obbligatorietà di alcune cure preventive per i bambini che frequentano le scuole dell'obbligo e materne. 

La discussione del caso si è svolta ieri nel tardo pomeriggio.  Nel corso dell'udienza, la giudice relatrice della causa, Marta Cartabia, ha voluto porre alcune domande agli avvocati delle parti e invitarle ad alcune riflessioni: «La Regione - ha detto Cartabia - da un lato dice di non voler mettere in discussione i vaccini, dall'altro poi si diffonde in valutazioni medico scientifiche» che si traducono «in un tipo di critica che finisce per investire non solo l'obbligo vaccinale, ma anche i vaccini in sé per sé. Se una vaccinazione è considerata nociva, perché poi offrirla nelle prestazioni ai cittadini?».

«Tutte le vaccinazioni elencate nel decreto erano già previste - ha sottolineato inoltre la giudice - nei piani vaccinali. Chiedo quindi di fare una riflessione sul cambio di indirizzo del legislatore sull'obbligatorietà», cioè sulle motivazioni che lo hanno spinto a farlo. Inoltre «alcune delle misure previste nel decreto sono state rimodulate nella legge di conversione. Tra queste, c'è stata l'introduzione di un colloquio con i genitori. Invito le parti a considerare queste modifiche, a partire dal fatto che due vaccini che inizialmente erano obbligatori non lo sono più».

«In Italia non è mai accaduto che l'obbligo vaccinale fosse introdotto per decreto».
Ha detto Luca Antonini, uno dei legali della Regione Veneto. Il ricorso alla decretazione d'urgenza è uno dei motivi di ricorso della Regione sulla norma sull'obbligo vaccinale. «La necessità e urgenza - ha sostenuto Antonini - può essere utilizzata per singoli vaccini, non per tutto il pacchetto» e se è stata utilizzata a partire dal diffondersi dei casi di morbillo- «4.500 nel 2017 - ha detto il legale - questi erano poi scesi a 36 quando il decreto è diventato operativo». «La Regione Veneto - ha aggiunto Antonini - non è contro I vaccini, ma procede tramite consenso informato».
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