Terremerse, condanna annullata per Vasco Errani, si rifarà il processo d'appello

Terremerse, condanna annullata per Vasco Errani, si rifarà il processo d'appello
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Giovedì 18 Giugno 2015, 01:17 - Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 09:01
Il destino giudiziario e politico dell'ex presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani ripartirà da un nuovo processo di appello. In serata la Corte di Cassazione ha infatti annullato con rinvio la condanna ad un anno per falso ideologico per la vicenda di Terremerse, la cooperativa di Bagnacavallo (Ravenna) presieduta per anni dal fratello Giovanni, che Errani è accusato di aver favorito.

Alla condanna, l'8 luglio 2014, fecero seguito le dimissioni di Errani dopo quasi 15 anni di presidenza della Regione, ora guidata da Stefano Bonaccini, anche lui del Pd. "Oggi è un bel giorno per me. Si è ristabilita la verità che aveva pronunciato il giudizio di primo grado e si ricomincia da lì con serenità e fiducia. Ringrazio le tante persone che in questi mesi mi sono state vicine confermandomi la loro stima. Ora passerò qualche giornata tranquilla con la mia famiglia", è stato il primo commento affidato da Errani a Facebook.



Processo bis anche per i coimputati Filomena Terzini e Valtiero Mazzotti, dirigenti regionali. Il Pg in mattinata aveva chiesto l'assoluzione per tutti e tre. Ora bisognerà attendere le motivazioni della Cassazione per cogliere il ragionamento dei giudici. Le grane giudiziarie per Errani nacquero per colpa di una lettera allegata ad una relazione, entrambe inviate alla Procura a ottobre 2009, per attestare la correttezza dell'operato della Regione nell'erogazione del finanziamento da un milione a Terremerse, contributi che servivano per la costruzione di una cantina a Imola.



Errani decise di muoversi in questo modo, rivolgendosi ai Pm per chiarire, in risposta alle polemiche sollevate sul caso da un articolo de Il Giornale. Dalle indagini emerse però che dietro alla concessione dei fondi c'erano effettivamente dei falsi e una truffa. Per questi reati Giovanni Errani è stato processato e prima condannato, poi assolto in appello ma con buona parte delle accuse ritenute sussistenti seppur prescritte, in entrambi i gradi di giudizio.



La conclusione dei Pm di Bologna fu che il Governatore aveva scritto e istigato i due dirigenti a compilare la relazione per "coprire" il fratello. E fu così che il presidente in carica finì indagato per falso, i due dirigenti anche per favoreggiamento.



L'impostazione non resse però al vaglio del Gup Bruno Giangiacomo, che pronunciò tre assoluzioni al termine del processo in abbreviato, a novembre 2012. Per il giudice l'accusa era rimasta niente più che "uno spunto di indagine".



Ma la Procura non si arrese, impugnò e la scorsa estate davanti alla Corte di appello arrivarono le tre condanne. Nelle motivazioni la Corte parlò di un comportamento dolosamente omissivo. Un'interpretazione contestata in mattinata, con la requisitoria del Pg della Cassazione Aurelio Galasso, che ha chiesto l'assoluzione. Il verdetto di appello, ha detto il rappresentante della Procura, "faceva una lettura politica degli atti e poggia su argomenti del tutto fallaci". I giudici "hanno interpretato tutta la vicenda attribuendo a Errani un dolo che non c'è stato, determinando così un cortocircuito logico motivazionale".



Soddisfazione dal difensore di Errani, avvocato Alessandro Gamberini: "Ho sempre sostenuto che questa vicenda non meritava un giudizio.
L'assoluzione in primo grado poteva essere ribaltata solamente con delle motivazioni incoerenti e illogiche, come in effetti è stato".
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