Il Movimento femminista proletario rivoluzionario (Mfpr) di Taranto, che ha sempre supportato il patrigno di Carmela, ricorda in una nota che «Alfonso si è battuto dal 2007 infaticabilmente a Napoli, a Taranto, in ogni città dove poteva parlare della figlia, ma soprattutto nelle fredde e lunghe udienze dei Tribunali per la verità e giustizia per Carmela: violentata dagli uomini e uccisa dallo Stato (come abbiamo subito detto), da quelle istituzioni che, non credendo a Carmela, l'avevano violentata a loro volta con psicofarmaci e, rinchiudendola in istituti, portandola al suicidio». Frassanito mercoledì prossimo avrebbe dovuto presentarsi in Tribunale perchè accusato, insieme ad una esponente del Mfpr, di aver contestato uno degli avvocati dei tre giovani finiti sotto processo per gli abusi sessuali nei confronti di Carmela.
La morte di Frassanito, secondo il Mfpr, «certamente è legata a filo doppio a queste sofferenze, al dolore della figlia stuprata e 'uccisa', alle vessazioni di processo infiniti, alle 'pugnalatè di sentenze vergognose che, come la prima verso tre minorenni, si è conclusa con il 'perdonò verso gli stupratori, alle bugie e infamie che doveva sentire».
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