Poco prima, in aula la tensione si era fatta sentire. «Lei ha detto che è innocente, ma chi è innocente grida la propria verità. Lei invece è reticente e sta rischiando un'incriminazione per testimonianza reticente continuata». aveva detto il presidente Michele Leoni all'ex Nar, seduto al banco dei testimoni nel processo sulla strage del 2 agosto dell'80, che adesso vede imputato Gilberto Cavallini per concorso nell'attentato.
Ciavardini si è rifiutato di rispondere in particolare a tre domande rivoltegli dal pm e poi riprese anche dal giudice: Chi lo ospitò a Villorba di Treviso attorno al 2 agosto? Chi gli diede un documento falso che poi utilizzò e chi gli diede un motorino per spostarsi in quei giorni? A questo punto l'avvocato Alessandro Pellegrini, che difende Cavallini, è intervenuto dicendo che l'accusa «continuava a fare sempre le stesse domande». Gli animi si sono scaldati con toni alti e Leoni ha sospeso l'udienza cinque minuti.
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