San Marino, ecco i conti sotto inchiesta nel mirino anche la famiglia Amadori

San Marino, ecco i conti sotto inchiesta nel mirino anche la famiglia Amadori
di Sara Menafra
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Sabato 26 Settembre 2015, 06:39 - Ultimo aggiornamento: 27 Settembre, 13:53
C'è un uomo della Camorra noto per aver fatto parecchi investimenti a Roma, un altro indagato per aver favorito la latitanza di Danilo Abbruciati della Banda della Magliana e anche una delle sorelle di Francesco Amadori, presidente del gruppo alimentare Amadori (specializzato nella produzione di polli e pollame). Nell'elenco delle verifiche fiscali della Guardia di finanza partite dalle 27mila posizioni degli italiani che tra il 2009 e il 2014 hanno fatto movimentazioni bancarie e operazioni finanziarie con San Marino, c'è davvero di tutto. L'indagine è partita da una verifica voluta dal procuratore capo di Forlì, Sergio Sottani: un lavoraccio, basato inizialmente sulle fotocopie degli assegni, che ha portato la Gdf emiliana e i nuclei speciali delle Fiamme gialle a controllare tutte le 26.953 posizioni, tra le quali 2.500 società, per un totale di 22 miliardi di euro portati nella repubblica del Titano. L'elenco che è venuto fuori contiene posizioni giustificabili con guadagni effettivamente realizzati a San Marino e molte, molte altre che in regola non sono, almeno dal punto di vista fiscale ma che potrebbero diventarlo se aderiranno all'ultima sanatoria, ovvero ”voluntary disclosure” che il governo è in procinto di prorogare in questi giorni (martedì, il termine fissato al 30 settembre potrebbe essere allungato al 30 novembre con una coda per le integrazioni entro la fine dell'anno).



POSIZIONI ”ATTENZIONATE”

Infine, c'è un terzo elenco di posizioni ”cerchiate in rosso” perché ad un primo screening, da verificare ulteriormente con le procure competenti, sono risultate passibili di accuse penalmente rilevanti o di evasioni fiscali più consistenti. Sull'elenco più corposo ha lavorato la procura di Forlì che ha poi condiviso alcune informazioni con altre procure.



LE SEGNALAZIONI

A Roma è arrivata così una segnalazione a proposito di Ciro Smiraglia, arrestato nel 2014 perché ritenuto il responsabile delle attività di riciclaggio del clan Zaza (lo zio di Smiraglia è il boss Michele Zaza). Tra i locali riconducibili a Smiraglia rintracciati da Dia e Squadra mobile di Roma c'erano alberghi, ristoranti in pieno centro e persino uno yacht. I suoi conti a San Marino arrivano a più di 6 milioni di euro e l'elenco segnala un'altra strana coincidenza: è stato segnalato a Roma anche Mauro Marinelli, denunciato per favoreggiamento nel '86 per aver favorito la latitanza di Danilo Abbruciati e arrestato nel 2014 insieme a Smiraglia perché considerato uno dei suoi principali prestanome. Nella Repubblica del Titano ha portato quasi otto milioni. Altra vecchia conoscenza della procura di Roma è il conte Enrico Maria Pasquini, destinatario di una richiesta di rinvio a giudizio sei mesi fa perché accusato di aver utilizzato la sua San Marino investimenti per attività di riciclaggio.



LE SCARPE CAOVILLA

Forlì, che ha già avviato i procedimenti per alcuni imprenditori locali, sta facendo accertamenti anche su Dina Amadori, sorella del più noto Francesco. Dal 2013 al 2015 avrebbe portato a San Marino 50 milioni di euro. Un milione e mezzo, invece, sarebbe l'evasione fiscale già accertata dei titolari del marchio di abbigliamento Liu-Jo, Vannis e Marco Marchi. Anche a Venezia è arrivata una segnalazione per un nome piuttosto noto: quello di Renè Caovilla, titolare del noto marchio di scarpe haute couture. Nel solo 2011 avrebbe portato nella repubblica romagnola circa 5 milioni di euro.