I parenti di Priebke: «Senza funerale no alla cremazione della salma

I parenti di Priebke: «Senza funerale no alla cremazione della salma
di Cristiana Mangani
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Giovedì 17 Ottobre 2013, 08:29
ROMA - Non soltanto la complessit del caso: ci sono anche i figli di Erich Priebke a rallentare la soluzione di una vicenda che rischia di farci perdere la faccia.

Jorge e Ingo, dall’Argentina e da New York dove vivono, sembra siano categorici su alcune condizioni dettate per il funerale e la sepoltura del loro genitore. «Sono scarsamente collaborativi», confermano da Palazzo Chigi. E così non aiutano le fatiche di chi, davanti a tanti no e divieti, sta cercando di chiudere questa partita. Nessuna cremazione per l’ex capitano delle Ss, fanno sapere dalle loro case attraverso i canali diplomatici che sono stati avviati. Anche se, poi, l’avvocato che continua ad assisterli nonostante la remissione del mandato avvenuta due giorni fa, dichiara: «Quello che non accettano è di fare cremare il corpo del loro parente senza che venga celebrato prima il funerale. Perché il funerale non è mai stato fatto, l’ho bloccato io, in quanto quello che si voleva fare non era conforme con le disposizioni che mi erano state date».



E il legale aveva fatto anche altro nei giorni precedenti: aveva rifiutato la soluzione che gli aveva prospettato il prefetto Pecoraro. Il capo della Prefettura, nel tentativo di evitare quello che è poi accaduto ad Albano, avrebbe preferito una cerimonia protetta e riservata, suggerendo di accettare una benedizione della bara nella cappella del policlinico Gemelli dove il corpo era stato portato per la constatazione della morte. Ma l’avvocato aveva ribadito il suo no: «La famiglia mi ha chiesto che si faccia un regolare funerale», aveva tagliato corto chiudendo qualsiasi spiraglio.



Che si tratti di un caso molto difficile, poi, si è capito anche dalle dichiarazioni che sono arrivate in serata da Palazzo Chigi. «Si sta lavorando a 360 gradi per dare soluzione al problema in un contesto tecnico-giuridico estremamente complesso - hanno spiegato - Inoltre la legge italiana sulla cremazione pone condizioni precise, dalla volontà della persona all'autorizzazione dei familiari, che al momento non sussistono». E comunque prescrizioni rigorose sono previste anche dalle legislazioni di Stati che potrebbero entrare nella vicenda, quindi Germania e Argentina, a esempio.



I TEMPI

Il lavorio di Prefettura, Comune, Governo e Aeronautica, che ha avuto in cosegna il feretro nella base di Pratica di Mare, è continuo. Anche se le responsabilità sembrano rimbalzare da un capo all’altro dando l’idea di una via d’uscita non facile da trovare. Ma è possibile che la soluzione sia più rapida di quanto non si dica. La titolarità delle decisioni su funerali e sepoltura rimane comunque dei parenti diretti. E solo in mancanza di questi può intervenire il Comune del luogo del decesso e assumersi la responsabilità della scelta. Ma non è il caso di Priebke. Jorge e Ingo, pur lasciando intendere di non volersi accollare spese e problemi (nessuno di loro è venuto in Italia), sembra non facilitino la soluzione mettendo paletti ovunque.



L’AVVOCATO

A loro si aggiunge Giachini. Rimane l’unico rappresentante della famiglia in Italia e getta benzina sul fuoco: «Al momento non vedo una soluzione - afferma - Il governo per uscire da questa vicenda avrebbe lo strumento del segreto di Stato ma non è ancora chiaro cosa accadrà. Il giorno del funerale ad Albano è successo di tutto: non hanno voluto fare entrare gli amici che erano arrivati lì con dei pullmini. C’erano due architetti, un colonnello dell’esercito, persone che avevano stretto amicizia con Priebke. E c’era anche la parente di una delle vittime delle Ardeatine che voleva partecipare alla funzione. Pur essendo anziana aveva affrontato il viaggio perché con il mio assistito si era chiarita da tempo: avevano parlato a lungo. Ho dovuto farla andare via, perché con quello che è successo avrebbe corso un serio pericolo».
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