Bodybuilder e fidanzata uccisi a Pordenone: spunta la pista degli anabolizzanti

Bodybuilder e fidanzata uccisi a Pordenone: spunta la pista degli anabolizzanti
4 Minuti di Lettura
Venerdì 20 Marzo 2015, 16:27 - Ultimo aggiornamento: 21 Marzo, 10:46

Spunta anche la pista del commercio degli anabolizzanti dietro l'omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza, i due fidanzati uccisi martedì sera, all'uscita dal Palazzetto dello Sport di Pordenone.

E solo una delle ipotesi investigative al vaglio del pool di investigatori che sta cercando senza sosta l'assassino. La giornata di oggi è servita per suddividere il lavoro alle varie squadre che si sono costituite dopo l'arrivo in città dei Ris di Parma e del Reparto Crimini Violenti del Ros di Roma, assieme ai colleghi di Udine e ai detective del Comando provinciale dell'Arma di Pordenone. Non potendo privilegiare una pista rispetto ad un'altra - «diamo la medesima importanza ad ogni ipotesi» ha ripetuto anche oggi il Procuratore Marco Martani - si è optato per lavorare su più fronti.

Ad ogni nucleo di investigatori è stato assegnato un segmento: chi si occuperà del possibile movente passionale, chi delle occupazioni delle vittime, chi indagherà nel mondo dei locali notturni, chi, infine, verificherà quanto attiene alle palestre e agli anabolizzanti.

Circa il mandante mafioso, è di competenza di una struttura che opera direttamente dalla Capitale. «Stiamo analizzando ogni fotogramma - hanno fatto sapere gli inquirenti - della vita di questa coppia: avevano un'esistenza variegata e intensa e per questo motivo appare arduo risalire a ogni contatto». Da quanto si è appreso stanno affluendo montagne di dati su mail, telefonate, sms e post sui social network - e molte altre sono attese nei prossimi giorni, poichè ci sono tempi tecnici non accorciabili per taluni materiali - così come corposa è l'analisi delle dichiarazioni raccolte subito dopo il delitto con l'audizione di decine di amici, conoscenti, colleghi, atleti e parenti.

È terminato intanto dopo oltre dieci ore l'esame autoptico. L'autopsia, eseguita dagli anatomopatologi Giovanni Del Ben e Paolo Fiorentino, ha confermato la dinamica dei fatti già ipotizzata con l'approfondimento radiologico effettuato mercoledì: Ragone è stato centrato da tre colpi di pistola, la fidanzata da due, tutti mortali e al capo. È stato possibile recuperare, in perfetto stato, tutti i proiettili sparati, messi ora a disposizione del perito balistico Pietro Benedetti. Questa circostanza fornisce agli investigatori un elemento prezioso poichè garantirà l'associazione del proiettile all'arma, con assoluta certezza di provenienza, qualora la pistola 7.65 venisse recuperata. Nel corso dell'esame autoptico sono stati anche prelevati campioni organici a disposizione per successivi approfondimenti, come le analisi tossicologiche, qualora la Procura volesse disporle: in questo caso, le risposte non potranno essere fornite prima di alcune settimane. L'autopsia ha infine escluso che la donna fosse in stato di gravidanza. Una evidenza scientifica che va a spegnere una delle tante voci che si erano susseguite nelle ultime ore.

Ricapitolando sono sei i colpi sparati, di cui tre hanno colpito l'uomo - uno alla tempia e due alla mandibola, tutti a bruciapelo - e altrettanti la fidanzata, che potrebbe aver visto in faccia il killer, ma non ha avuto il tempo di difendersi e cercare la fuga scendendo dall'auto. È stato ipotizzato che Ragone sia stato freddato mentre si stava accomodando sul lato passeggero dell'utilitaria di famiglia - preso di spalle, una gamba è rimasta fuori dall'abitacolo - mentre la compagna è morta alla guida del veicolo, quando stava per mettere in moto.

Nel tentativo disperato di sottrarsi ai colpi, avrebbe schivato uno dei tre proiettili, che l'ha centrata di striscio alle labbra, distruggendo poi il finestrino: gli altri due non le hanno dato scampo, colpendola al capo. In questo quadro senza certezze circa il movente, il Procuratore di Pordenone ha reiterato il proprio appello a quanti potrebbero aver visto qualcosa di anomalo: «Alle 20, in una zona così centrale - ha spiegato Martani - è possibile che qualche passante abbia notato un movimento o una persona non abituali. C'è la necessità di un aiuto, perchè ci permetterebbe di mettere a confronto tali indicazioni con le centinaia di ore di immagini che abbiamo archiviato della video sorveglianza comunale e privata dell'intero quartiere.

Al momento, i fotogrammi ci indicano figure anonime: se avessimo qualche indicazione più precisa - ha concluso - passeremmo a cercare volti e mezzi specifici».

© RIPRODUZIONE RISERVATA