Dallo studio, realizzato da Cer - Centro Europa Ricerche e tsm-Trentino School of Management, emerge che dal dopoguerra a oggi le dinamiche sociali dei territori d’alta quota, per l’agire congiunto di una minore forza politica e di un maggiore costo delle opere, sono state caratterizzate da fenomeni di spopolamento e abbandono. Se la popolazione italiana negli ultimi 60 anni è cresciuta di circa 12 milioni di persone, la montagna ne ha perse circa 900 mila. Tutta la crescita, in pratica, si è concentrata in pianura (8,8 milioni di residenti) e collina (circa 4 milioni).
«La montagna - ha proseguito il presidente del Senato - svolge un ruolo fondamentale per la salute ecologica del mondo e il benessere delle persone, ma è stata a lungo abbandonata. L'avere trascurato questo habitat ha avuto ripercussioni non solo sulle comunità che vi abitano, ma sta avendo ricadute negative su molti aspetti del pianeta. Oggi bisogna attivarsi e recuperare questo immenso patrimonio e sensibilizzare sia le istituzioni sia la società civile ad un maggiore impegno per lo sviluppo sostenibile, in particolare nei confronti dei giovani in quanto saranno loro i futuri attori e fruitori dell'ecosistema mondiale». «È sbagliato pensare alla montagna - ha concluso Grasso - come a un territorio a vocazione esclusivamente agricola o turistica. Ci sono risorse e opportunità da riconoscere e valorizzare nell'interesse dell'intero Paese».
© RIPRODUZIONE RISERVATA