Omicidi a picconate, Kabobo agì per rancore. «Danno d'immagine in vista dell'Expo»

Omicidi a picconate, Kabobo agì per rancore. «Danno d'immagine in vista dell'Expo»
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Mercoledì 4 Febbraio 2015, 18:44 - Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 17:26

MILANO - Adam Kabobo, il ghanese di 33 anni che nel maggio 2013 ammazzò tre passanti a colpi di piccone in zona Niguarda a Milano, ha danneggiato l'immagine del Comune anche all'estero, in vista di Expo, e per questa ragione a Palazzo Marino «è stato riconosciuto un risarcimento per 'danni non patrimonialì da liquidarsi in separato giudizio civile». È quanto si legge nelle motivazioni dei giudici della Corte d'Appello di Milano che lo scorso 20 gennaio hanno confermato per Kabobo la pena a 20 anni

di carcere.

«L'evento produttivo del danno - si legge nelle motivazioni lunghe una quarantina di pagine - va ravvisato nel grande clamore mediatico sui giornali nazionali e sulle reti televisive, anche straniere, della notizia dell'omicidio di 3 cittadini milanesi, colpiti a

picconate in piena città».

La diffusione della notizia «ha prodotto comprensibile intenso allarme nella cittadinanza con conseguente danno per l'Amministrazione comunale, sia con riferimento all'azzeramento degli effetti auspicati in conseguenza della costosa attività di promozione dell'immagine della città anche all'estero sia sotto il profilo della verificata inefficienza dell'attività di lotta alla violenza predisposta dal Comune a tutela degli abitanti della zona, teatro degli omicidi».

Erano stati proprio i legali di Kabobo ad affermare che il Comune non aveva subito alcun danno d'immagine, avevano fatto cenno alla «visibilità internazionale di Milano, sede dell'Expo 2015».