Addio a Veronesi, in coda alla camera ardente. il figlio: «Mio padre predicava eutanasia e ha rifiutato le cure»

Addio a Veronesi, in coda alla camera ardente. il figlio: «Mio padre predicava eutanasia e ha rifiutato le cure»
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Giovedì 10 Novembre 2016, 11:24 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 18:36

Una lunga coda già prima dell'apertura della camera ardente alle 11 di cittadini che vogliono portare l'ultimo saluto a Umberto Veronesi, l'oncologo scomparso all'età di 91 anni. La camera ardente è stata allestita a Palazzo Marino sede del Comune di Milano. In coda in piazza della Scala anche alcuni pazienti dell'ex ministro che hanno ricordato in particolare la sua «umanità e la sua sensibilità» nel rapporto con i malati.

 

Tante rose rosse e due corone di fiori circondano il feretro di Umberto Veronesi posizionato in Sala Alessi. Sopra la bara di legno scuro è adagiato un cuscino di rose rosse. Il primo ad entrare è stato il sindaco Giuseppe Sala con la fascia tricolore accompagnato dal vice sindaco Anna Scavuzzo e dal presidente del consiglio comunale Lamberto Bertolè. Sala ha osservato qualche secondo di silenzio e poi è andato a salutare la famiglia dell'oncologo scomparso seduta alla destra del feretro.

IL FIGLIO «Mio padre ha sempre predicato l'eutanasia, cioè il diritto di non soffrire, in qualche modo non ha voluto essere curato alla fine - confessa il figlio Alberto - Non ha voluto essere ricoverato, non ha voluto nessun prolungamento, ha voluto andarsene e questo è stato inevitabile». «Se n'è andato in maniera naturale - ha aggiunto -. Nessuno pensava che ci sarebbe stato un decorso così rapido, pensavamo addirittura di festeggiare i suoi 91 anni il 28 novembre, invece, adesso, ricordiamo l'ultimo compleanno in cui ha raccontato tutta la sua vita».

La camera ardente sarà aperta fino alle 22.30, in attesa della cerimonia di commemorazione civile di venerdì alle 11. «Era un dovere venire a rendere omaggio a un maestro, che ha fatto conquiste importanti per la salute di tutti coloro che hanno potuto godere delle sue intuizioni, e di tutta l'umanità», dice Franco Iacona, 74 anni, che si definisce «un vecchio laureato» dell'università Cattolica di Milano. «Ha creato una corrente di pensiero - aggiunge - si deve molto a lui più che alle istituzioni. È stato un pioniere». In coda ci sono anche tanti suoi pazienti.


 

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