Il decreto di archiviazione risale al 19 febbraio scorso e di esso danno conto oggi alcuni quotidiani. I difensori di Gotti Tedeschi, Fabio Marzo Palazzo e Stefano Maria Commodo, rilevano, in una nota come l'autorità giudiziaria, a conclusione dell'inchiesta, abbia escluso ogni responsabilità di Gotti Tedeschi, «totalmente estraneo al modus operandi posto in essere dalla dirigenza operativa dello Ior» e che «ha chiaramente operato per raggiungere un regime giuridico improntato a criteri e regole tali da scongiurare il ripetersi dei comportamenti dell'Istituto, omissivi ed ostativi all'adempimento degli obblighi di adeguata verifica rafforzata».
I legali di Gotti Tedeschi sottolineano inoltre come «il decreto di archiviazione spiega e sancisce inequivocabilmente che il presidente dello Ior ha ben operato, per il bene della Chiesa e secondo il mandato ricevuto da Benedetto XVI, ma che è stato ostacolato nel perseguimento di tale azione dalla Direzione dell'Istituto, di cui si conferma infatti il coinvolgimento nella prosecuzione dell'indagine».
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