I COLLEGHI
Sotto choc i colleghi di lavoro di Luca Giustini, macchinista delle Ferrovie. Un amico ferroviere sabato lo ha incontrato nell’ultimo turno di lavoro e racconta: «Luca era pensieroso, poi mi ha chiesto: “Ma tu sei felice?”, io gli ho risposto di sì, mi manca qualcosa ma che tutto sommato la mia vita era felice. E allora Luca ha ribattuto: «A me l’unica cosa che mi rende felice è la felicità delle mie bambine”. Dopo aver saputo della tragedia sono rimasto sconvolto e ripenso sempre alla sue parole». Il quartiere di Collemarino, borgo popolare alla periferia di Ancona, che si trova a due chilometri dal mare, è sconvolto dalla terribile tragedia. Tutti conoscono la bella famiglia Giustini, le loro bambine che spesso andavano al parco giochi con i genitori. «Li incontravo spesso, il papà o la mamma con la piccola Alessia e l’altra bambina, erano una bella coppia, non avevano problemi economici, lavoravano tutti e due e andavano d’accordo» dice un vicino di casa. Un amico di famiglia e qualche residente avevano notato qualcosa di diverso ultimamente nel comportamento di papà Luca. «Aveva uno sguardo strano, cupo, che non mi piaceva - racconta un vicino di casa che vuole rimanere anonimo - pareva stressato, ma non so dire da cosa». Diverse persone avevano notato un atteggiamento diverso nel ferroviere. «Era sempre stato un tipo taciturno ma negli ultimi giorni non era più lui, aveva uno sguardo che non andava» racconta un altro conoscente. Cosa sia successo in questa bella coppia, sposata da cinque anni, non si sa. I due si volevano bene e andavano d’accordo. Luca è anche uno sportivo, gioca a calcio con la squadra di Torrette di Ancona. Per tutti è un mistero cosa sia scattato nella sua mente nell’abitazione al secondo piano di via Patrizi, 1, proprio sopra la caserma dei carabinieri. Sul balconcino, sopra lo stemma dell’Arma, si vedono i giochi delle bimbe
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