L’ex Segretario di Stato, che in caso di vittoria porterebbe l’ex presidente (nonché marito) Bill a ricoprire l’insolito ruolo di First Husband, fa sapere di voler dotare il paese di oltre mezzo miliardo di pannelli solari, da istallare su tutto il territorio nazionale; un’opera di politica ambientale da compiere nei quattro anni di presidenza. Hilary ha inoltre scritto sul suo sito di volere che entro dieci anni ogni casa americana sia alimentata da energia a basso impatto inquinante.
I due annunci fanno parte di un più vasto piano di politica energetica che il principale candidato democratico intende illustrare nei prossimi mesi, un intero importante capitolo del programma elettorale su cui punterà per farsi scegliere dagli americani. Una svolta, si potrebbe dire, rispetto alle scelte di Obama in materia di ambiente ed energia, che hanno suscitato non poche critiche verso l’attuale presidente: basti pensare all’ok dato alle trivellazioni al largo delle coste dell’Alaska o all’impiego massiccio della nuova tecnica estrattiva del fracking, sulla quale i geologi si sono detti scettici.
I due obiettivi annunciati dalla Clinton, se realizzati, porterebbero a un aumento del 700 per cento della produzione di energia solare rispetto ai livelli attuali: in tal modo, circa un terzo di tutta l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili sarebbe ricavata dai nuovi impianti promessi dalla candidata. Hilary punta anche ad estendere gli incentivi fiscali per l’utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili, facendo in modo che essa diventi redditizia sia per i contribuenti che per i produttori.
Intanto dalla sinistra del suo partito sono già arrivati i primi borbottii, come quelli del rivale Bernie Sanders, senatore del Vermont, che chiede una rapida azione sul cambiamento climatico. «Siamo alla soglia di una nuova era – si legge sul sito dell’ex senatrice democratica – possiamo dar vita a una rete più aperta, più efficiente e più flessibile che ci unisca, ci renda più forti, migliori la nostra salute e i benefici di tutti». Sincera svolta ecologista o strategia elettorale? Staremo a vedere, la gara è appena cominciata.