Expo senza pace, arrestato l'ex commissario Acerbo. Altri due agli arresti domiciliari

Expo senza pace, arrestato l'ex commissario Acerbo. Altri due agli arresti domiciliari
di Claudia Guasco
2 Minuti di Lettura
Martedì 14 Ottobre 2014, 11:29 - Ultimo aggiornamento: 15 Ottobre, 10:13
MILANO - Non c'e' pace per l'Expo. Antonio Acerbo, indagato nell'inchiesta della Procura di Milano per gli appalti dell'esposizione internazionale, e' agli arresti domiciliari.

Acerbo, ex subcommissario dell'Expo e responsabile del Padiglione Italia, e' accusato di corruzione e turbativa d’asta nell’appalto per le Vie d’Acqua.

Il gip Fabio Antezza ha accolto la richiesta dei pm Claudio Gittardi e Antonio d’Alessio e ha disposto i domiciliari anche per l’imprenditore Domenico Maltauro, cugino di Enrico per il quale i magistrati hanno chiesto il giudizio immediato, per Andrea Castellotti, manager della ditta di impiantistica Tagliabue e attualmente impegnato nei lavori del Padiglione Italia. Domiciliari respinti invece per Enrico Maltauro, da poco scarcerato.



Pesanti le accuse nei confronti di Acerbo, che in cambio di una corsia preferenziale nella gara per la realizzazione delle Vie d'Acqua avrebbe ottenuto consulenze per il figlio, a sua volta indagato per riciclaggio. Ilvio Acerbo, tramite la sua societa' di ingegneria, avrebbe ottenuto una consulenza di 30 mila euro nel 2011, ma al momento sono due i contratti finiti nel mirino dei pm. Agli atti dell'inchiesta ci sarebbe anche la confessione di Giuseppe Asti, amministratore delegato della società Tagliabue spa. Il manager, indagato e interrogato, avrebbe parlato della promessa di una consulenza da assegnare al figlio di Acerbo: secondo la Procura si tratterebbe della contropartita ottenuta dall'ex sub commissario per avere imposto la Tagliabue nell'Ati, la cordata di imprenditori guidata dalla Maltauro, e creato il bando per le Vie d'Acqua poi assegnato alle ditte amiche. Asti avrebbe tuttavia riferito agli inquirenti di non aver affidato poi alcuna consulenza a Ilvio Acerbo, perchè non sapeva quale lavoro fargli fare. Secondo le indagini, inoltre, sarebbe stato sempre Acerbo a volere fortemente che Andrea Castellotti, ex direttore commerciale della società Tagliabue Spa, entrasse in Expo come facility manager del Padiglione Itali

Attualmente sono quattro le inchieste della Procura sull'Expo e 30 le aziende interdette per sospette collusioni mafiose. Il primo fascicolo riguarda Infrastrutture Lombarde, la controllata dela Regione Lombardia che si occupa di gare pubbliche e che ha diretto i lavori della Piastra.



Il secondo dossier e' quello che vede indagata la considdetta "cupola degli appalti", ovvero Gianstefano Frigerio, Primo Greganti e Luigi Grillo. Poi c'e' il capitolo Pistra e Infine il filone Acerbo, sfociato nelle odierne richieste di domiciliari a seguito delle perquisizioni effettuate qualche settimana fa dalla Guardia di fianza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA