Puglia, catturato l'ergastolano evaso in fuga da due mesi: era armato e pronto a sparare

Puglia, catturato l'ergastolano evaso in fuga da due mesi: era armato e pronto a sparare
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Sabato 9 Gennaio 2016, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 10:50

Era nascosto nella sua città, ed era armato, pronto a sparare, aveva anche un kalashnikov, Fabio Perrone, l'ergastolano 42enne salentino evaso il 6 novembre scorso e catturato oggi da agenti della squadra mobile della Questura di Lecce e da agenti della polizia penitenziaria.
L'uomo al momento della cattura, all'alba, è stato trovato vestito, con accanto le armi, pronte a sparare. Perrone ha tentato la fuga attraverso il terrazzo dell'abitazione ma è stato immediatamente bloccato dai poliziotti. Aveva con sé la pistola 'Berettà rapinata all'agente di Polizia Penitenziaria durante la sua fuga rocambolesca dall'Ospedale all'interno della quale c'erano 15 cartucce e un colpo in canna. Inoltre nascondeva un fucile Kalashnikov e 10 cartucce calibro 12 e aveva con se 4.660 euro.

La sua è stata una evasione da film con una caccia all'uomo che fino ad oggi ha mobilitato costantemente nella zona polizia, carabinieri e polizia penitenziaria. L'uomo - a quanto si è saputo - è stato costantemente protetto nel corso della sua fuga da numerose persone, anche da insospettabili.
Era evaso il 6 novembre, dopo aver ferito in maniera lieve tre persone utilizzando una pistola sottratta ad uno degli agenti di polizia penitenziaria che lo avevano condotto al terzo piano dell'ospedale 'Vito Fazzì di Lecce per essere sottoposto ad un esame medico, una colonscopia. L'uomo durante la fuga si era impossessato di una Yaris, sottratta durante la rocambolesca fuga ad una donna alla quale aveva puntato la pistola alla tempia, nel parcheggio dell'ospedale.


Perrone - secondo quanto ipotizzato sin dal primo momento dagli investigatori - quel giorno avrebbe agito senza premeditazione: infatti sebbene la visita specialistica fosse da tempo fissata, nella casa circondariale di
'Borgo San Nicolà, dove era detenuto Perrone, era stato comunicato solo la sera prima che la mattina seguente sarebbe stato condotto in ospedale. L'uomo, quindi, avrebbe agito al momento, approfittando di alcune circostanze e qualcuno lo ha poi aiutato nel periodo di latitanza. Perrone, vicino alla organizzazione di tipo mafioso Sacra Corona Unita, nel marzo del 2014 aveva freddato un uomo nel bagno di un bar e per questo stava scontando l'ergastolo.
Oltre a Perrone è stato arrestato anche l'uomo che ha ospitato nella sua casa l'ergastolano. Si tratta di Stefano Renna, di 32 anni, incensurato.Secondo le prime informazioni potrebbe essere un suo lontano parente.

Triglietta sei frittò: così il comandante della polizia penitenziaria della Casa Circondariale di Lecce Riccardo Secci,
che ha partecipato al blitz, ha detto a Fabio Perrone al momento della cattura. 'Trigliettà è il nome con il
quale viene chiamato Perrone. «La sua cattura - dice Secci - è il coronamento di un'attività investigativa che ci ha levato il sonno, che è proseguita ininterrottamente in questi 63 giorni, senza tregua. Siamo veramente molto contenti».


 

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