Nel 2014 la Corte d'Assise di Bolzano era tornata ad occuparsi di Marco Bergamo, respingendo la richiesta del serial killer di essere giudicato con rito abbreviato per gli omicidi da lui commessi. Secondo la Corte, Bergamo non poteva godere di tale diritto in quanto, nell'arco temporale della sua vicenda processuale, il rito abbreviato non era mai previsto per reati da ergastolo. In secondo luogo, il codice penale italiano prevede che questo tipo di diritti all'applicazione retroattiva non siano possibili qualora ci siano sentenze definitive e irrevocabili, come nel caso di Bergamo.
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